Dibattito

Sale gioco e nuovo carcere in commissione. “Noi per Savona”: “Fare chiarezza”

Il consigliere Pongiglione: "Il regolamento sulle slot va mantenuto. Sul carcere il Comune dica se lo vuole o no"

Savona. Sale da gioco e nuova carcere: questi i due principali punti all’ordine del giorno della commissione consiliare convocata per giovedì 13 aprile, alle ore 15:00. Quanto alle sale gioco, al centro della discussione sul tavolo tecnico con la Prefettura voluto dal Comune per “armonizzare le normative vigenti”.

“Siamo molto preoccupati perché si tratta di iniziative prese da un singolo consigliere della Lega che sta trattando l’argomento con istituzioni e categorie interessate (in primis i tabaccai), senza che l’argomento sia passato prima in Commissione consiliare. E’ un modo di procedere singolare: che cosa viene proposto da parte del consigliere Ghiso? La sua opinione o quella della Lega? E comunque non quella della Commissione Terza” afferma il consigliere comunale di “Noi per Savona” Daniela Pongiglione”.

“Il problema è che i tabaccai e i baristi, che hanno slot machines nei locali, si ritengono danneggiati dal regolamento comunale sulle sale da gioco, in quanto il Comune di Savona obbliga la sospensione del gioco in alcune fasce orarie. Io condivido appieno questa regola, che vuole tutelare in particolare gli studenti. Teniamo conto del danno personale che subiscono i giocatori compulsivi, soprattutto i giovani e i pensionati. Dobbiamo tentare tutto per dissuadere dal gioco i cittadini più deboli. Invece, alcuni commercianti sembrano indifferenti a questo aspetto e spingono perché anche Savona lasci aperte le sale giochi per più ore di quanto preveda il regolamento attuale. E questo perché “se un cittadino viene a giocare nel bar, magari si mangia anche un panino”!e “se trova chiuso a Savona, si sposta in paesi vicini in cui non esiste un regolamento del genere” (e quindi il panino se lo mangia là!). Questo modo di ragionare miope e poco attento ai problemi economici e sanitari della clientela è veramente assurdo! Invece di pensare a recuperare i pochi euro di un panino, dovrebbero pensare ai 40 milioni di euro (quaranta milioni!) che i savonesi buttano nel gioco d’azzardo ogni anno, sottraendoli al circuito sano dell’economia“ aggiunge ancora l’esponente della minoranza.

“I nostri numerosi concittadini giocatori compulsivi non solo rovinano se stessi e le loro famiglie, ma danneggiano l’economia di tutta la città: non si possono permettere di comprare cibo, abiti, scarpe, computer, ecc., non possono fare eseguire lavori edili in casa, né intraprendere viaggi o vacanze. Contestiamo la lettura del regolamento che viene data dalla maggioranza come di un danno all’imprenditoria. E contestiamo anche l’idea che il Comune non debba intervenire su questo settore, perché “i cittadini devono essere liberi di decidere e di comportarsi secondo coscienza”.

“La maggioranza fa riferimento a nobili concetti (libero arbitrio e quant’altro), ma noi abbiamo ben presenti le potentissime lobbies dei proprietari e dei gestori delle video lottery che hanno rappresentanti politici in Parlamento in modo trasversale. Non dobbiamo accettare una modifica del Regolamento di Savona. Sono semmai gli altri Comuni che devono adeguarsi. Se non lo vogliono fare, danneggeranno i loro Cittadini. Noi dobbiamo continuare a proteggere i nostri” sottolinea ancora Pongiglione.

E il consigliere di opposizione interviene anche in merito al nuovo carcere: “Avevo chiesto da mesi (7 novembre 2016) la discussione in commissione del problema carcere. Il Sant’Agostino è chiuso dall’Epifania del 2016, ma i carcerati savonesi esistono tuttora e sono rinchiusi fuori Provincia (a Genova, a San Remo- Imperia, alcuni in Toscana). Questa è una situazione fuori legge. Teniamo conto inoltre che i processi si tengono comunque al Tribunale di Savona, per cui ogni giorno i detenuti vengono scortati avanti e indietro da Genova, ecc., fino al Tribunale di Savona (con notevoli spese per lo Stato). A detta delle guardie carcerarie, l’utilizzo di scorte che impegnano numerosi agenti, rischia di indebolire la sicurezza della città. C’è anche il problema delle famiglie, a loro volta composte da cittadini savonesi, spesso in cattive condizioni economiche, che hanno difficoltà ad andare a trovare i detenuti così lontani”.

“Questi sono alcuni dei motivi per cui ho chiesto di discutere del carcere. Savona deve decidere se lo vuole o no. Se lo vuole (tenendo conto anche delle positive ricadute sull’economia locale) deve indicare un’area nel Puc. Se non lo vuole, deve sollecitare gli altri centri della Provincia a farsene carico. Il carcere è uno dei problemi che riguardano la città, e il Comune deve affrontarlo”.

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