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L’addio di Fulvio Briano alla vita amministrativa di Cairo: “Stacco la spina, spero in un sindaco coraggioso”

Il sindaco uscente fa il bilancio dei suoi due mandati tra successi e sconfitte: per l'ospedale il rammarico più grande

Cairo Montenotte. Una chiacchierata informale, nel salotto della sua città, per chiudere un capitolo lungo dieci anni. Fulvio Briano, sindaco uscente, ieri sera al teatro Chebello ha dato l’addio ufficiale alla vita amministrativa di Cairo, sottolineando più volte la necessità di ‘staccare la spina’ per un periodo non precisato, con la volontà di tornare ad essere per un po’ solo un avvocato amante dello sport.

Il primo cittadino non ha mai perso il suo aplomb, nonostante la carrellata di ricordi ripercorsi davanti ad un gruppo di amici, famigliari e compagni di viaggio, e non si è risparmiato nemmeno di fronte a domande più scomode. La serata è iniziata proprio con una di quelle, ovvero perché spendere migliaia di euro pubblici per spedire a tutti i cairesi la brochure illustrativa del suo bilancio sociale. “All’inizio del mio mandato avevamo predisposto una pubblicazione trimestrale per informare i cittadini e illustrare loro le scelte amministrative. Per risparmiare abbiamo interrotto questa sana abitudine ed ora ho sentito il bisogno di congedarmi con un resoconto dettagliato”.

E ancora, Briano: “Sono orgoglioso di poter lasciare un Comune sano dal punto di vista finanziario. Dieci anni fa ho ereditato una situazione difficile che insieme alla mia squadra sono riuscito a sanare – rimarca il sindaco – Altri motivi di soddisfazione, la raccolta dei rifiuti, visto che abbiamo raggiunto l’80% di differenziata grazie all’impegno e alla volontà di molti, e poi il recupero dell’area del castello e l’avvio del progetto del museo della fotografia”.

Il rammarico più grande? “L’ospedale è la mia spina nel fianco – sottolinea il primo cittadino – provo disagio e imbarazzo per non essere riuscito a catalizzare l’attenzione dei ‘colleghi’ di altri Comuni valbormidesi su una vertenza così fondamentale come quella sanitaria. Da cairese sono preoccupato e amareggiato per le sorti del presidio del territorio”.

Ma non è tutto. Se sulla questione del biodigestore Briano si dice sereno, “perché questa scelta politica di permettere un insediamento di questo tipo, unico in Liguria, oltre a dare dei vantaggi economici ai cairesi sul piano della Tari, non inquina ed è una responsabile risposta al ciclo dei rifiuti”, non si può dire altrettanto su altri nodi legati all’economia ma soprattutto all’impatto ambientale. “Nel 2012 la campagna elettorale viaggiava sui vagonetti dell’Italiana Coke, ora nessuno ne parla, ma intanto sono passati anni e non si è concretizzato alcun passo verso l’ambientalizzazione dei parchi carbone”.

Un rapido excursus anche sull’avventura di segretario provinciale del Pd, con l’auto critica di essere stato migliore come sindaco che come politico. Infine la chiusura dedicata ai cairesi scomparsi ma indimenticabili, ossia Gaetano Milintenda, vice di Briano nel primo mandato, l’amato pediatra Giorgio Gaiero, Osvaldo Chebello, suo predecessore, Franca Belfiore, unico sindaco cairese in gonnella, e Carlo Barlocco, assessore della squadra di Chebello.

In ultima battuta, cosa si aspetta nei prossimi anni dal Comune il cairese Fulvio Briano? “Una squadra di governo con un sindaco coraggioso, che sappia portare avanti progetti ambiziosi ma in grado di dire alla gente la verità, non ciò che vorrebbe sentirsi dire”, forse un appello o un invito al candidato Matteo Pennino, presente in teatro ma non menzionato.

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