Da monaco ad albenga

Furto e ricettazione di opere d’arte di Warhol, Morandi e Balthus: tre condanne e due assoluzioni

I quadri erano stati ritrovati all'interno di un container a Campochiesa

Savona. Si è chiuso con tre condanne e due assoluzioni il processo per il caso delle opere d’arte rubate a Montecarlo e ritrovate nel giugno del 2011 nascoste in un container all’interno di un cantiere edile a Campochiesa.

Una vicenda per la quale, questa mattina, il giudice ha condannato Alessandro Silvio Silverio a quattro anni e quattro mesi di reclusione e 2400 euro di multa per la ricettazione di un dipinto, Fabio Fioravanti, a due anni e quattro mesi di reclusione e 500 euro di multa per il furto aggravato delle opere rubate nel Principato di Monaco, e Ilie Rodica, per ricettazione (in concorso con Silverio), ad un anno e sei mesi e 500 euro con la sospensione condizionale della pena. Il giudice ha invece assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di furto Luciano Gatti e Fabrizio Fossati, mentre ha prosciolto Fioravanti (“perché il fatto non sussiste”) da una contestazione di minacce contro Silverio che è stato a sua volta assolto dall’accusa di ricettazione delle opere d’arte che erano state recuperate dai carabinieri.

I quadri contemporanei dal valore milionario che erano stati ritrovati dai carabinieri nel container di Campochiesa erano undici, mentre una dodicesima opera era stata recuperata nell’auto di Silverio. Si trattava di cinque dipinti del pittore Giorgio Morandi, raffiguranti nature morte con bottiglie, vasi e bicchieri; di due lavori di Andy Warhol raffiguranti “Mao”; un dipinto con soggetto astratto di Fernand Leger; un dipinto con soggetto astratto di Virginio Ghiringhelli; un dipinto raffigurante una giovane donna di Balthus e due dipinti etnici (India e Giappone) risalenti al XIX secolo. Opere di grandissimo valore che erano state trafugate nel marzo 2011 da una casa privata di Montecarlo mentre la la proprietaria, una collezionista con un passato da gallerista, era in viaggio all’estero.

L’indagine, battezzata “Operazione Mao”, era stata condotta dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico di Monza, con i colleghi dell’Arma di Imperia, coordinati dal pm Giovanni Battista Ferro. Tutto era iniziato quando, nel corso di un controllo avvenuto a Monza nel magggio 2011, sull’auto di Silverio, che viaggiava insieme a Rodica, era stato trovato uno dei Morandi rubati (del valore di circa 200 mila euro). Dai successivi accertamenti investigativi, gli inquirenti erano riusciti ad arrivare al container di Campochiesa dove erano stati trovati gli altri 11 dipinti rubati, nascosti in mezzo a creme e scatoloni.

A Fioravanti veniva contestato di essere l’autore materiale del maxi furto nella casa del Principato di Monaco. Il pm aveva contestato la stessa accusa, in concorso, anche a Gatti e Fossati che – sempre per la Procura – avevano aiutato Fioravanti a mettere a segno il colpo fornendogli indicazioni logistiche utili (sull’assenza di sistemi di allarme e sulle opere presenti in casa), ma anche le chiavi dell’immobile. Nel corso del processo però non sono emerse prove concrete che confermassero il coinvolgimento di Gatti e Fossati che, di conseguenza, sono stati assolti. Silverio, da parte sua, è stato assolto dall’accusa di ricettazione delle opere trovate nel container ed è stato condannato solo per il dipinto che aveva in auto.

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