Operazione "viaje"

Droga dalla Spagna all’Italia: scena muta dal gip dei 5 arrestati con 36 kg di droga fotogallery

Per il momento restano tutti in carcere

Savona. Erano fissati per questa mattina in tribunale a Savona gli interrogatori di convalida per le cinque persone, Gaetano Di Maio, 55 anni, Cosimo Carenza, 45, entrambi di Varese, Luca Maximiliano Garcia, 22, argentino, Rachid El Gharbaoui, 51, e Noura Ansary Belfkih, 43, entrambi marocchini, arrestati domenica notte nell’ambito di un’operazione antidroga dei carabinieri. Tutti hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip Francesco Meloni.

I loro arresti sono stati convalidati dal gip che si è riservato di decidere sulle misure cautelari: per il momento tutti e cinque dovranno restare in carcere. Nel corso dell’operazione, battezzata “Viaje”, che li ha portati in manette i carabinieri hanno sequestrato quasi 36 chili di droga, per un valore stimato tra gli 800.000 euro e il milione dagli inquirenti.

I militari hanno intercettato il gruppo mentre trasportava il grosso carico di droga dalla Spagna all’Italia. La staffetta, partita da Gibilterra (dove la droga era arrivata dal Marocco), era composta da tre auto: una davanti e una dietro a fare da “scorta” a quella che trasportava il carico, destinato al mercato della Riviera e ai territori di Torino e Milano. Invece il loro viaggio è finito tra le braccia dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Savona (comandati dal capitano Alberto Azara e coordinati dal pm Daniela Pischetola) in un’area di servizio della A10 in cui si erano fermati a fare benzina.

operazione viaje traffico droga

Tutti devono rispondere dell’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Nel bagagliaio dell’auto con il carico di droga, che era guidata dalla coppia di marocchini (che sono difesi dall’avvocato Paolo Gianatti), mentre gli altri arrestati erano sulle auto di “scorta”, i militari hanno trovato 24,5 chili di marijuana già pronti per il mercato e 11,5 chili di hashish sotto forma di ovuli. A bordo dell’auto c’era anche un taser, uno storditore elettrico che, secondo quanto accertato dagli investigatori, i malviventi si portavano dietro per difesa visto che, in passato, avevano subito aggressioni da parte di altri trafficanti.

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