Misura attenuata

Tangenti e favori, revocati i domiciliari al viceprefetto Andrea Santonastaso

Il giudice Giorgi ha accolto l'istanza dei suoi legali disponendo per il funzionario l'obbligo di dimora nel comune di Albisola

santonastaso borghetto

Savona. Il viceprefetto Andrea Santonastaso non è più agli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi il gip Fiorenza Giorgi ha infatti accolto l’istanza di attenuazione della misura cautelare che era stata presentata dagli avvocati Fausto Mazzitelli e Luigi Levati dopo l’interrogatorio del loro assistito davanti al pm Chiara Venturi.

Proprio il pm aveva dato parere favorevole alla revoca dei domiciliari, ma la decisione spettava al giudice Giorgi che deciso di accogliere la richiesta disponendo per il viceprefetto l’obbligo di dimora nel comune di Albisola Superiore.

Santonastaso, che è accusato di corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all’inizio di marzo era stato nuovamente interrogato dal pm Venturi. Nel lungo faccia a faccia aveva ribadito di non aver mai intascato soldi, ma di essersi limitato a fare dei favori ad alcuni conoscenti. La stessa linea difensiva che aveva seguito nell’audizione davanti al gip Giorgi. In quell’occasione aveva spiegato che si trattava appunto di favori che faceva a diverse persone, ma senza avere nessun “ritorno” o comunque guadagno e soprattutto senza sapere che qualcuno ricevesse utilità.

In sostanza il viceprefetto ha sempre negato di essere a conoscenza del fatto che in cambio del buon esito di una pratica qualcuno potesse ricevere “regali” o soldi.

Santonastaso era finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta della squadra mobile di Savona sul presunto sistema di “favori” in cambio di vantaggi economici. E’ accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché avrebbe dato precisi consigli ed indicazioni ad un cittadino straniero che doveva essere espulso su come sottrarsi ai controlli di polizia e continuare a lavorare in nero, ma anche di sei episodi di corruzione.

Insieme a lui, sono stati indagati anche un secondo funzionario della Prefettura, Carlo Della Vecchia, il poliziotto Roberto Tesio, un marocchino, Aadel Salah, un cittadino albanese, Antonjel Dibra, e un’italiana, Graziella Di Salvo. Secondo la tesi degli inquirenti, i pubblici ufficiali abusavano infatti delle loro funzioni per per ottenere vantaggi economici in cambio di alcuni “favori”.

Sono diciannove invece le persone indagate a piede libero come “corruttori” perché avrebbero beneficiato dei favori concessi dai pubblici ufficiali in cambio di “regali”. Tra di loro ci sarebbero sia stranieri che commercianti e liberi professionisti.

Nelle ultime settimane, tra l’altro, il lavoro degli inquirenti non si è mai fermato: il pm Chiara Venturi ha interrogato tutti gli indagati, mentre i poliziotti hanno proseguito gli accertamenti investigativi. Secondo quanto trapelato l’inchiesta sarebbe alle battute finali e, nel prossimo mese, inizieranno a delinearsi le varie strategie difensive (non è da escludere che qualcuna delle persone coinvolte scelga la strada del patteggiamento).

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