Savona. “Dopo mesi e mesi nei quali è aperta una vertenza non c’è stato ancora nessun segnale, nessun piano di rilancio e nessun piano industriale. Resta la preoccupazione che ci siano manovre strane per dare altri indirizzi e connotazione all’azienda pubblica savonese, in contrasto, invece, con gli impegni che erano stati assunti”. Queste le parole di Fausto Dabove della Fp-Cgil savonese, che ha parlato della forte incertezza tra i lavoratori sul futuro di Ata e dei suoi servizi nel giorno della protesta e del presidio dei lavoratori di Ata in piazza Sisto a Savona, davanti alla sede del Comune.
La paura più grande resta la privatizzazione, ma non solo: “Ad rimane un clima e una situazione a dir poco confusa che preoccupa dipendenti e sindacati. Certo la privatizzazione rimane uno spauracchio, quando c’era stato un impegno sul mantenimento dello status di azienda pubblica e multiservizi” aggiunge Dabove.
Quanto alla nomina di Matteo Debenedetti nel Cda di Ata: “Staremo vedere, può essere un punto di partenza, tuttavia non è solo un fatto di nomine e nuovi assetti societari, è un fatto di atti e indirizzi da parte dell’azienda. Vogliamo cose concrete per Ata, i lavoratori e i servizi ai cittadini di molte località della provincia savonese” conclude Dabove, che conferma il mantenimento dello stato di agitazione dei lavoratori con una battaglia sindacale pronta ancora ad accendersi se non arriveranno le risposte auspicate.
Ora una delegazione di lavoratori e sindacati è in attesa di essere ricevuta in Comune: la richiesta rimane sempre quella dell’atteso piano industriale e di rilancio, che di garanzie ai lavoratori, mantenendo pubblica l’azienda savonese.
Nel frattempo sul tema ieri è arrivato anche l’attacco dei Verdi savonesi. A parlare è il portavoce Danilo Bruno: “Una giunta di centrodestra sempre più rattoppata (ora perde pure l’assessore ai servizi sociali) porterà in consiglio comunale nuove modifiche statutarie ad ATA con obiettivi ancora non chiari rispetto agli obiettivi aziendali e con una nomina di un amministratore delegato, di cui non si comprende (almeno a quanto scrivono i quotidiani) l’effettiva necessità a cominciare dalla nomina di un amministratore delegato. Intanto le lavoratrici ed i lavoratori di ATA continuano a lottare per preservare il proprio posto di lavoro giustamente preoccupati dei rischi di tagli occupazionali e di incipienti privatizzazioni”.
“L’unico che come sempre pare molto deciso è l’assessore ‘senza oneri per il Comune’ Montaldo, che continua ad annunciare che presto capiremo le responsabilità dell’attuale situazione di ATA – accusa Bruno – Noi Verdi vorremmo capire invece quando si porrà termine al disagio delle lavoratrici e dei lavoratori, quando si potrà partire con il ciclo effettivo di chiusura trentennale di Cima Montà; quando il consiglio potrà dare i propri indirizzi sulla raccolta differenziata; quando si parlerà di riduzione dei rifiuti e di riuso; quando si metterà in campo la raccolta spinta e porta a porta, unico strumento per ottenere risultati significativi e l’avvio di una nuova filiera produttiva; quando si passerà ad un sistema di tassazione basato sulla spazzatura effettivamente conferita da ognuna e ognuno; quando riaprirà il Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale. Queste sono le solite domande a cui bisognerebbe aggiungere come si pensa di chiudere il ciclo dei rifiuti in una realtà aziendale che pare navigare a vista e che non riesce neppure a chiudere gravi problemi sindacali esistenti”,