Savona. “Il Comune ha cancellato le manifestazioni per il 25 Aprile perchè la ritiene una festa di sinistra, ogni proposta alternativa è fatta per provocare”. “Non è vero, collaboriamo in ogni modo possibile tranne che con i fondi perchè non ne abbiamo. E’ solo una strumentalizzazione del Pd”. Queste, in estrema sintesi, le due posizioni che nel corso del weekend hanno animato la scena politica savonese. Oggetto del contendere sono appunto le manifestazioni legate al 25 aprile, in particolare quella chiamata “25 Aprile (R)Esiste” che da cinque anni ormai si svolge sul Priamar.
I fatti in breve: in un incontro l’assessore Maurizio Scaramuzza ha detto ad Anpi (organizzatrice della manifestazione) di essere pronto a concedere il Priamar ma di non poter garantire i 12.000 euro di contributo versati lo scorso anno, nè di potersi sobbarcare i costi per l’allestimento di un palco. Ha proposto in alternativa piazza del Popolo, dove da quando sono terminati i lavori è presente un palco permanente, ma senza la chiusura al traffico di via Paleocapa. Infine, anche gli oltre 2.500 euro necessari al pagamento delle 43 corone di fiori che dovrebbero essere depositate su ogni lapide o monumento legato alla Resistenza sembra essere un problema per le casse comunali, tanto che è stato allestito una sorta di “listino prezzi” con corone più o meno grandi ed elaborate a seconda dell’importanza.
La posizione assunta dal Comune ha scatenato le reazioni di tutte le minoranze di sinistra. Ad iniziare dal Pd: “E’ inaccettabile che l’Amministrazione al governo di Savona cancelli, di fatto, le Celebrazioni per il 25 aprile nella Città Medaglia d’oro alla Resistenza – ha tuonato Barbara Pasquali – Pensiamo che i valori che esprime la Festa della Liberazione appartengano prima di tutto ai cittadini, al di là degli schieramenti politici. Negare la possibilità di organizzare la celebrazione, trincerandosi dietro alla scusa della penuria di fondi é una mancanza di rispetto verso i valori fondanti della nostra comunità. Un vero e proprio schiaffo. Il PD ed i Giovani Democratici si impegnano a sostenere le Associazioni con capofila l’Anpi per far sì che la Festa del 25 aprile si tenga comunque”.
Altrettanto duro Fabrizio Ferraro di Rifondazione Comunista: “Il 25 aprile non è una festa come le altre, essa rappresenta la liberazione di un popolo dal dominio nazifascista e la fine di una guerra che tanto gravemente ha segnato le vite delle persone. Il 25 aprile è la celebrazione fondamentale tanto dell’intero Paese quanto di ogni singolo comune della Repubblica. L’amministrazione Caprioglio, in questi mesi, non ha fatto altro che tagliare ogni spesa pubblica, dal sociale ai trasporti, passando per la cultura. Ad oggi Savona è una città senza più attrattive. L’ultima trovata è il mancato finanziamento della manifestazione ‘Savona r-esiste’ al Priamar del 25 aprile, consegnando all’Anpi e al Comitato antifascista savonese l’onere di sostenere la totalità delle spese. L’amministrazione, al massimo, offre soluzioni di ripiego provando a salvare le minime apparenze istituzionali del caso e niente più, dimostrando così, ancora una volta, quanto le forze della destra abbiano a cuore i valori costituzionali fondati su un antifascismo che mai potranno condividere. È evidente che si tratta di una scelta politica, camuffata con le generali problematiche economiche del Comune. Tutto ciò non è accettabile. Rifondazione Comunista contribuirà a sostenere lo sforzo economico e organizzativo insieme al Comitato antifascista savonese per organizzare la manifestazione al Priamar, con l’obiettivo di continuare a rendere popolare la festa più importante del nostro Paese”.
L’accusa in sostanza è chiara: le “casse vuote” sarebbero una scusa per boicottare la celebrazione, ritenuta distante dai valori del centrodestra. L’alternativa di piazza del Popolo sarebbe una provocazione soprattutto per via della connotazione negativa che negli ultimi anni ha assunto secondo i partiti oggi al governo della città: spostare lì la manifestazione viene avvertito come un modo per “declassare” la festa riducendone l’importanza.
Accuse che hanno spinto il sindaco Ilaria Caprioglio ad una durissima replica, affidata a Facebook: “Fuori la politica dalle feste di tutti. L’Amministrazione Comunale di Savona e la sua maggioranza si riconoscono nei valori alla base della nostra democrazia, credono fermamente nel 25 aprile, Festa della Liberazione, e sono orgogliosi di amministrare una Città Medaglia d’Oro al Valore Militare. È una precisazione che dovrebbe essere quasi superflua, ma si rende necessaria di fronte ai vili tentativi, da parte del Partito Democratico, di cavalcare politicamente e in maniera del tutto propagandistica la questione”.
“È sbagliato e fuorviante affermare che l’ente comunale ha ‘cancellato’ il 25 aprile – scrive il sindaco – Come ha precisato l’assessore alle Manifestazioni Maurizio Scaramuzza, il Comune di Savona, a fronte delle enormi difficoltà finanziarie ereditate – le stesse che costringono a effettuare dolorosi tagli sui servizi sociali, sulla cultura, e su ogni capitolo di spesa – non si trova nelle condizioni di sostenere la totalità delle spese richieste dagli organizzatori. Dunque, pur garantendo il massimo supporto e l’assoluto impegno per l’organizzazione della parte istituzionale, l’Amministrazione ha cercato di trovare proposte e soluzioni alternative – a costi ridotti per l’ente – per riuscire a venire incontro a quanto richiesto. Senza polemiche, senza prese di posizione, ma con la totale disponibilità, per superare gli ostacoli economici”.
“Poi è arrivato il Partito Democratico, a voler strumentalizzare tutto – accusa Caprioglio – Quel Partito Democratico che finge di essere di sinistra solo nelle feste comandate. Quel Partito Democratico della gauche caviar, che nelle manifestazioni agita la bandiera rossa, ma al governo del Paese si dimentica dei lavoratori. E che oggi, dopo vent’anni in cui ha ridotto Savona al disastro, consegnandoci un comune in pre-dissesto, prova a fare leva in maniera ignobile su sentimenti condivisi da tutti noi come l’antifascismo. Caro PD, non agitare la pregiudiziale antifascista contro una Giunta che ha dimostrato di essere più democratica, aperta al confronto e al dialogo di quanto non abbiate mai fatto voi, con la vostra arroganza. E che nessuno si azzardi a tentare di fare propria una festa che è di tutti gli italiani e di tutti i savonesi che si riconoscono nella democrazia”.
Le due posizioni, insomma, paiono ben distanti. E la città si divide, tra chi ritiene l’intervento del Comune nell’organizzazione (e nei costi) del 25 aprile un obbligo istituzionale e morale e chi, al contrario, non vede di buon occhio la “pretesa” dell’Anpi di avere 12.000 euro per un evento in un momento in cui la crisi del bilancio stritola sociale e cultura. E più d’uno sui social, sia di destra che di sinistra, ha proposto alle associazioni e ai partiti di organizzare comunque l’evento senza affrontare spese ingenti, sostenendo che il valore della ricorrenza stia più nel messaggio che veicola che nella sfarzosità con cui lo celebra.
In mezzo resta chi, come l’ex vicesindaco Livio Di Tullio, stigmatizza la spesa di posizione di entrambi. Il Comune per una scelta ritenuta sbagliata: “E’ del tutto ovvio che quella che mancano i soldi per le corone ai caduti è una provocazione così come quella di cancellare l’evento sul Priamar. Sulle corone è impossibile non trovare i soldi. Sull’evento al Priamar si poteva ridurre il budget a disposizione e lasciarlo svolgere ugualmente. Sembra un dispetto, in realtà è una provocazione. Perchè provocare? L’amministrazione comunale è scossa ogni giorno dalle difficoltà di tenere insieme Lega ed il resto. Ha problemi di bilancio (presenti in tantissime città), sta passando il primo anno ed è sempre più difficile cavarsela con quelli di prima, non ha un progetto sul quale coinvolgere i cittadini, si è chiusa nel perimetro politico del Centrodestra senza aprire alla Città. La tipica risposta nelle difficoltà è tenere insieme i propri aderenti e quale migliore occasione che colpire il 25 Aprile per dimostrare che le ‘zecche rosse’ (come graziosamente ci chiamano), non comandano più a Palazzo Sisto”.
Allo stesso tempo le critiche sono rivolte anche all’Anpi: “Sbaglia il presidente a rinunciare a Piazza del Popolo. E’ evidente che anche questa ‘offerta’ è una provocazione per il valore simbolico negativo che questa amministrazione ha dato a questa parte di città. La risposta a questa provocazione è quella di accettare quella Piazza. Dimostrare che la si può fare vivere, puntare su un 25 Aprile meno ideologico e aperto a tutti. Portarci i bambini, organizzare iniziative con gli extracomunitari presenti in Città a partire dai profughi. Fare scappare la ‘paura’. Fare tornare il sorriso di Savona aperta e tollerante”. Chiusura ancora sulle corone: “Deve pagarle il Comune perchè questo è il valore della ricorrenza, ovvero che l’amministrazione comunale, rappresentante della comunità tutta, ricorda i Caduti della Resistenza. Vedo invece che è già partita la gara tra Associazioni e Partiti a chi paga la corona e a chi la paga più grossa. E’ possibile essere così scemi? Tonti di tutto il mondo unitevi…”.