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Un’impronta e i movimenti con l’auto: ecco come è stato incastrato il rapinatore seriale arrestato dai carabinieri fotogallery

Il 40enne si trova ora in carcere: 200 mila euro il bottino dei suoi "assalti" alle gioiellerie

Savona. Aveva lasciato un’impronta parziale in una tabaccheria che aveva appena tentato di rapinare e, grazie al nuovo sistema di verifica delle targhe, gestito dalla polizia municipale e a seguito di un controllo autostradale sulla sua auto, i carabinieri di Savona sono risaliti all’identità del rapinatore seriale.

Così è finito in manette Giovanni De Bortoli 40enne, originario Vezza d’Alba in Provincia di Cuneo, tratto in arresto ieri all’alba dai militari savonesi che lo hanno intercettato a Carmagnola, in un bar che era solito frequentare, al termine della complessa indagine su quattro “colpi” messi a segno o tentati dall’uomo: la rapina alla gioielleria Dupanloup il 3 agosto scorso, un’altro colpo a Monzeglio Via, in provincia di Torino, il 12 agosto, ancora il 29 ottobre il tentativo di rapina alla tabaccheria di via Gnocchi Viani (non riuscita per la pronta reazione del gestore che gli aveva detto “Ho appena aperto, non ti conviene perché ho solo 50 euro” mettendolo, di fatto, in fuga), ed infine la rapina alla gioielleria “De Stefano” in via Torino a Savona.

Il 40nne si trova ora in carcere ad Asti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria: l’ordine di custodia cautelare in carcere è stato richiesto dal pm Daniela Pischetola e firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Savona Fiorenza Giorgi.

Oltre all’impronta, sulla quale sono stati decisivi i riscontri investigativi ottenuti dal Ris di Parma, ad incastrare il 40enne sono stati i movimenti con la sua auto, una Audi A4, regolarmente intestata, anche se durante i colpi utilizzava per la fuga una targa falsificata. L’uomo, inoltre, era solito agire a volto scoperto, solo in un caso aveva indossato un berretto da baseball. A tradirlo sarebbe stato anche il suo strano tremolio al labbro, descritto dalle vittime delle rapine: non un vero e proprio tic, ma senz’altro una sua reazione nervosa durante le fasi delle rapine. Fondamentale, per identificarlo con certezza, è stato anche l’apporto dato dalla perizia fisiognomica effettuata dal gabinetto della polizia scientifica di Genova sui filmati catturati dalle telecamere di videosorveglianza presenti negli esercizi colpiti.

giovanni de bortoli

Il 40enne, durante i suoi “raid” era sempre armato (arma non trovata dai militari), ma non ha mai usato violenza.

Secondo l’indagine dei carabinieri di Savona il bottino complessivo delle rapine imputabili all’uomo ammonta a quasi 200 mila euro: solo nel “colpo” alla gioielleria Dupanloup era riuscito a portare via un orologio Rolex Daytona del valore di 30 mila euro.

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