Vado L. L’addio al carbone per la centrale di Vado Ligure è ormai un processo irreversibile e così Tirreno Power ha deciso di mettere all’asta i “pezzi” relativi all’attività produttiva – frutto di precedenti investimenti – non sottoposti a sequestro giudiziario e che quindi, con la dismissione del combustibile fossile, possono essere immessi sul mercato.
Per questo l’azienda ha redatto un bando ad hoc, suddiviso in cinque lotti di assegnazione di materiali e componenti a seconda della tipologia, proprio con l’obiettivo di rendere appetibili le parti in vendita ad una gamma più vasta possibile di aziende interessate: per il prossimo 23 febbraio, presso la centrale di Vado Ligure, si terrà un’asta con le imprese che vorranno acquistare le componenti della produzione a carbone di Tirreno Power.
Il valore complessivo dei “pezzi” che l’azienda metterà a disposizione è di 10 milioni di euro, anche se si partirà con una base di asta di circa la metà del valore stimato: si tratta di diverse componentistiche e impianti della centrale termoelettrica vadese, ricambi, prodotti elettrici e meccanici, trasformatori, isolatori, numerosi motori e i mezzi per la movimentazione del carbone. Ad oggi, con la fine della produzione a carbone, tutto questo è “alloggiato” in magazzini e depositi di ditte esterne, con un costo per Tirreno Power di circa 10 mila euro al mese.
“Per noi una occasione di ridurre gli oneri a nostro carico per lo stoccaggio di mezzi, impianti e materiali non più utilizzabili con la fine dell’attività produttiva legata al carbone – afferma ad IVG.it il direttore delle relazioni esterne dell’azienda Enrico Erulo -. E la cessazione della produzione ci ha costretto inevitabilmente ad intraprendere azioni per recuperare una parte di consistenti investimenti che erano stati fatti, auspicando che al bando e alla relativa asta possano arrivare il più alto interesse possibile”.
Quindi, per l’azienda, alle prese con la crisi post-sequestro giudiziario con lo stop al carbone e le relative problematiche occupazionali, una occasione importante per “monetizzare”, in attesa di definire e concretizzare il “planning” sulla reindustrializzazione delle aree: da questo punto di vista si attendono gli sviluppi e i programmi di attuazione del decreto per l’area di crisi complessa nel savonese, dai quali possono dipendere i nuovi indirizzi strategici e procedurali per l’insediamento di nuove realtà produttive in grado di prospettare una ricollocazione dei lavoratori del comprensorio vadese.