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Stranieri con la pensione senza averne il diritto: 40 indagati, maxi truffa all’Inps

carabinieri

Savona. Una complessa attività investigativa, durata più di un anno, che ha permesso di portare alla luce un giro di pensioni sociali erogate dall’Inps e percepite indebitamente da cittadini stranieri.

E’ il bilancio dell’operazione conclusa nei giorni scorsi dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale di Savona che hanno denunciato a piede libero 40 persone per il reato di indebita erogazione ai danni dello Stato. Si tratta di 29 cittadini albanesi, 4 ucraini, 3 marocchini, un portoghese, un cittadino della Tanzania, uno del Senegal è uno dell’Ecuador.

L’escamotage messo a punto dagli stranieri era semplice: prima ottenevano in maniera regolare l’assegno sociale (perché rientravano nei requisiti necessari per riceverlo: avere più di 65 anni, essere residenti in Italia da almeno dieci anni e avverte un reddito nullo o minimo) e poi, una volta che l’Inps erogava il contributo, tornavano nel loro paese d’origine. Proprio intorno a questo aspetto scattava la violazione di legge: chi percepisce la pensione sociale, infatti, deve restare a beneficiarne sul territorio italiano (se si allontana per più di trenta giorni lo deve comunicare all’ente previdenziale che sospende il contributo).

Invece gli stranieri incassavano l’assegno, che andava da un minimo di 448 euro ad un massimo di circa 700 euro, ma si allontanavano dall’Italia.

L’indagine è partita grazie ad una segnalazione dell’Inps che aveva difficoltà a contattare alcuni cittadini stranieri. I carabinieri del nucleo investigativo hanno quindi controllato tutti i cittadini stranieri che percepivano la pensione sociale in provincia di Savona: su 275 assegni è emerso che 67 erano irregolari. Quaranta persone sono state denunciate perché è stato accertato che hanno incassato il massimo dei contributi, superando la soglia fissata dalla legge per rientrare nella violazione penale. Per altre 27 persone, che avevano ricevuto contributi sotto il tetto massimo di reddito previsto, e scattata invece una segnalazione alla Prefettura per la violazione amministrativa.

Grazie ai contributi erogati indebitamente già recuperato e alle sanzioni che saranno emesse, i militari sono riusciti a far rientrare nelle casse dello Stato 506 mila euro.

L’attività investigativa, che è stata condotta sotto la direzione del pm Ubaldo Pelosi, ha quindi permesso di accertare, tramite monitoraggi e controlli anche agli imbarchi marittimi e aeroportuali verso paesi stranieri, che i beneficiari delle pensioni trascorrevano la maggior parte dell’anno solare nel loro paese d’origine senza ovviamente comunicarlo all’INPS. Quattro di loro risultano tuttora irreperibili, ma mandano comunque la comunicazione all’ente previdenziale per ricevere la pensione.

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