Borghetto Santo Spirito. Galeotto fu il taglio e chi lo ordinò. Un semplice intervento di manutenzione nei giardini dell’asilo comunale di via Milano, a Borghetto Santo Spirito, si è trasformato questa mattina in un “caso”, con una vibrante protesta di alcuni genitori a causa del pericolo per i bambini rappresentato da alcuni arbusti “monchi”.
Gli operai del Comune nei giorni scorsi, su disposizione degli uffici competenti, hanno provveduto a tagliare le siepi nelle aiuole che decorano il giardino, lasciando però degli arbusti alti circa 60 cm: la paura dei genitori è che i bimbi, correndo e giocando, possano scontrarli, infilarsi rami negli occhi o peggio. L’altezza a cui le piante sono state tagliate da parte degli operai, sostengono, non è sicura e può costituire fonte di pericolo.
Anche per questo motivo, nei giorni scorsi le maestre dell’asilo hanno inviato al Comune una comunicazione nella quale evidenziavano le criticità ed i potenziali pericoli costituiti dalle piante.
Non solo. Alcuni dei genitori contestano non solo il modo in cui il taglio è stato effettuato, ma il fatto stesso che si sia provveduto a tagliare quelle siepi, alte qualche metro e poste rasente alla ringhiera che dà sulla via: oltre alla funzione prettamente decorativa, infatti, avevano anche lo scopo di fornire ai piccoli la necessaria privacy mentre giocavano in giardino.
E così questa mattina è scattato una sorta di sit-in spontaneo da parte di alcuni genitori, per protestare contro un intervento ritenuto fuori luogo e mal effettuato. Di fronte alla protesta gli operai hanno dovuto interrompere i lavori, il tutto mentre le maestre, preoccupate per il pericolo rappresentato dalle piante, non facevano uscire i bambini in cortile.
Il Comune si è giustificato spiegando che le piante erano malate, e che pertanto il taglio era inevitabile: una tesi però contestata da qualche genitore, più esperto di altri in materia. Secondo questi ultimi le piante sono state potate nel modo sbagliato: una pratica agronomica errata, in seguito alla quale le piante moriranno. “Quindi il Comune ha creato un danno aggravato doloso – ha spiegato uno di loro – saranno costretti a rimuoverle tutte e a ripristinare l’aiuola, con un costo di 300 euro per ogni pianta”.
Sul posto sono arrivati anche due dirigenti del Comune, che pur appartenendo ad un altro settore si sono impegnati ad interessarsi del caso e della sicurezza del giardino. Nel frattempo l’area “incriminata” è stata transennata.