Bufera

Savona, scoppia il caso: due dipendenti di Ata fondano cooperativa sociale di tipo B

L'azienda sta cercando di capire se ci sia o meno il rischio di concorrenza tra le due realtà. Il M5S: "Sospensione immediata"

Ata Spa Savona

Savona. Presidente: Stefano Sicco. Vicepresidente: Sergio Scarrone. Così recita la visura camerale di “N&D”, cooperativa sociale di tipo B fondata lo scorso 17 novembre e diventata operativa il 1 dicembre. Ed è proprio intorno a questi nomi che sotto la Torretta sta scoppiando il caso: si tratta, infatti, di due dipendenti di Ata spa, la società partecipata del Comune di Savona che si occupa, tra le altre cose, della gestione dei rifiuti e dei parcheggi.

A sollevare il caso è stato il MoVimento 5 Stelle, che parla di “una situazione allucinante”. La scoperta dell’esistenza di questa nuova cooperativa, infatti, ha gettato nuovamente Ata nella bufera: questo perchè Sicco e Scarrone sono due dipendenti pubblici che nella partecipata ricoprono incarichi importanti (il primo è all’ufficio personale, il secondo nella segreteria ingegneria ed approvvigionamenti). Ed entrambi, in particolare Scarrone, sono considerati figure vicine al direttore Luca Pesce.

La bufera nasce da due diverse perplessità. La prima è legata al fatto che ai dipendenti pubblici a tempo pieno è vietato dalla legge avere altre attività lavorative, mentre possono ricoprire ruoli in enti no profit. Il ruolo di Sicco e Scarrone in N&D, dunque, è immediatamente finito nel mirino: la cooperativa in effetti non ha scopo di lucro (ed ha come obiettivo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate), ma se dovesse emergere che per le loro cariche è prevista una retribuzione (e quindi si configurasse una attività lavorativa a tutti gli effetti) la loro posizione si farebbe senza dubbio complessa.

La seconda perplessità è legata al settore di attività della cooperativa. La visura camerale riporta il codice Ateco 95.24.01: “riparazione di mobili e di oggetti di arredamento” (con una ulteriore specifica, “riparazione di accessori della casa”). Sulla carta, quindi, non esiste rischio di concorrenza tra N&D ed Ata, trattandosi di settori completamente diversi. L’oggetto sociale, però, è decisamente più vago, e all’articolo 4 prevede decine di potenziali attività tra cui alcune ben più vicine ai business di Ata. Per questa ragione l’azienda dei rifiuti si è già mossa oggi per cercare di dipanare la matassa e fare chiarezza sulla questione: l’obiettivo è accertare senza dubbio che non esista la possibilità di concorrenza tra le due aziende.

Se così fosse, invece, la situazione si farebbe se possibile ancora più ingarbugliata. Sicco e Scarrone infatti occupano in Ata due posizioni strategiche (Scarrone ad esempio si occupa dei cantieri esterni) che danno potenzialmente accesso a dati “sensibili”. Portafoglio clienti, prezzi, “tecnologie aziendali” (intese ad esempio come procedure operative o know-how). Se dovesse emergere (questo è il dubbio che in Ata si sta cercando di fugare) che queste informazioni in qualche modo possono essere messe a disposizione di N&D per fare concorrenza ad Ata, si configurerebbe addirittura un reato penale (l’art. 621 punisce la rivelazione del contenuto di documenti segreti, il 623 la rivelazione di segreti scientifici o industriali).

Aspetti controversi, che anche il MoVimento 5 Stelle chiede a gran voce di chiarire: “Auspichiamo l’immediata sospensione cautelare dei due lavoratori per tutto il periodo in cui sono sottoposti a procedimento disciplinare, e un’audizione urgente in commissione dell’intero CdA di ATA e del direttore del personale”.

Anche qualora dovesse emergere che non esiste alcuna violazione di questo tipo, comunque, la posizione di Sicco e Scarrone è quantomeno “scomoda”, anche alla luce del codice etico di Ata, secondo il quale (punto 4.1) i dipendenti “devono astenersi dal partecipare a qualsiasi attività che possa ingenerare conflitto di interessi con la mansione ricoperta nell’organizzazione aziendale“. Mentre il punto 4.2 recita che “Il personale di ATA Spa, nello svolgimento delle proprie mansioni, non può svolgere attività lavorative a favore della concorrenza” né “prestare, senza il consenso dell’azienda, la propria attività professionale in qualità di dipendente, consulente, membro del consiglio di amministrazione o del collegio sindacale a favore di organizzazioni concorrenti“.

Parte degli approfondimenti, nei prossimi giorni, verterà proprio su quest’ultimo punto, cioè se la creazione di N&D sia avvenuta o meno con il consenso dell’azienda. Sicco e Scarrone, infatti, sono considerati tra i più stretti collaboratori del direttore Luca Pesce: il cda dovrà quindi chiarire se quest’ultimo fosse o meno a conoscenza dell’operazione e se, eventualmente, possa averla avallata in qualche modo.

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