Blitz all'alba

Permessi di soggiorno o autorizzazioni in cambio di denaro, cene e vestiti: arrestati un poliziotto e due funzionari del Ministero

Secondo l'accusa abusavano sistematicamente delle loro funzioni per favorire chi era disposto ricompensarli, anche con spese gratis o assunzioni di amici

questura notte

Savona. Corruzione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata ai danni dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso. Ecco le accuse di cui dovranno rispondere tre pubblici ufficiali: il poliziotto Roberto Tesio, un ex ispettore della squadra mobile attualmente adibito a mansioni logistiche, e due funzionari del Ministero dell’Interno, Andrea Santonastaso e Carlo Della Vecchia, in servizio presso la Prefettura di Savona.

I tre sono stati arrestati questa mattina dalla Polizia di Stato di Savona: secondo gli investigatori agevolavano varie pratiche come ad esempio permessi di soggiorno, cambi di cognomi o riduzioni dei periodi di sospensione delle patenti in cambio di denaro, ma anche di altri “doni” come vestiti, cene, assunzioni di amici o schede telefoniche.

Sono in totale sei le misure cautelari disposte dal GIP del Tribunale di Savona ed eseguite questa mattina dagli agenti della Questura savonese, che in queste ore stanno svolgendo numerose perquisizioni a carico di numerosi indagati.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Savona, avrebbe evidenziato indizi a carico dei tre pubblici ufficiali, sospettati di una serie di comportamenti illeciti posti in essere abusando delle proprie funzioni pubbliche, allo scopo di assicurarsi un illecito profitto.

Due le persone portate in carcere, il poliziotto Roberto Tesio (svolge servizio a Savona presso un ufficio che ha compiti logistici) ed un cittadino marocchino di 50 anni, Aadel Salah, regolare sul territorio nazionale, residente a Savona. Ai domiciliari invece 4 persone: i due funzionari del Ministero dell’Interno in servizio a Savona, Della Vecchia e Santonastaso, la 49enne italiana Graziella Di Salvo (per sfruttamento della prostituzione e falso) ed il 31enne cittadino albanese Antonjel Dibra, regolare sul territorio nazionale, ritenuto responsabile del reato di corruzione, domiciliati a Savona.

L’attività d’indagine ha preso avvio alla fine di dicembre 2015 nell’ambito di un altro procedimento penale, che riguardava personaggi malavitosi e che ha dato occasione alla Squadra Mobile di documentare contatti sospetti tra alcuni indagati ed il poliziotto tratto in arresto quest’oggi. L’approfondimento della investigazioni, con l’avvio di indagini richieste e disposte dalla Procura della Repubblica di Savona, avrebbe messo in evidenza gli stretti contatti tra il poliziotto e due funzionari del Ministero dell’Interno in servizio a Savona, in ragione di richieste e favori, per pratiche di rilascio di permessi di soggiorno, di autorizzazioni di polizia, per la riduzione di giorni di sospensione patenti o cambio di cognomi.

Richieste per le quali i pubblici ufficiali, secondo la Questura, si sarebbero adoperati sistematicamente, abusando delle loro funzioni al fine di ottenerne un ingiusto profitto che è consistito non solo in somme di denaro, singolarmente modeste, ma anche in altra utilità, come ad esempio, capi di vestiario e di schede telefoniche, cene, assunzioni di persone amiche, visite mediche, esami diagnostici, spese gratis presso esercizi commerciali.

La quantità di pratiche per il buon esito delle quali si sono prodigati gli indagati e i rapporti illeciti intrattenuti dagli stessi con commercianti, liberi professionisti, lavoratori, avrebbero delineato un quadro sistematico di abuso della carica pubblica, al fine di trarne un profitto personale o un vicendevole scambio di favori.

Il poliziotto è inoltre indagato, in concorso, per il reato di favoreggiamento della prostituzione di due donne, che esercitavano a Savona in un appartamento di proprietà della cittadina italiana destinataria del provvedimento, in quanto secondo l’accusa provvedeva a gestire le proprietà immobiliari di questa, raccogliendo gli affitti e fornendole informazioni riservate sulle persone interessate a prendere in affitto gli immobili.

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