Il processo

Morte di Paolo Ponzo alla Maremontana: in aula le drammatiche testimonianze di chi l’ha soccorso

Uno dei corridori che ha dato l'allarme: "Non riusciva a stare in piedi e siamo andati a chiamare i soccorsi"

Ponzo-2

Toirano. Nuova udienza questa mattina per la tragedia della morte di Paolo Ponzo al trail “Maremontana”, avvenuta il 24 marzo del 2013 quando l’ex calciatore professionista era stato stroncato a 41 anni da un malore mentre partecipava alla corsa sulle alture loanesi.

Una vicenda per la quale sono a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, tre persone: Antonio Ghilino, ideatore e direttore della “Maremontana”, Roberto Franchelli, organizzatore della manifestazione e responsabile del percorso, e Daniele Sciuto, il medico responsabile dei soccorsi.

Secondo l’accusa, se i soccorsi fossero stati tempestivi, Ponzo, morto per un arresto cardiaco irreversibile provocato dallo stress fisico e dovuto alle condizioni meteo particolarmente avverse, poteva essere salvato. A causa di alcune lacune organizzative però – questa la tesi del pm – non fu possibile raggiungere in maniera tempestiva l’ex calciatore del Savona, che aveva accusato un malore lungo il percorso. Inoltre, sempre secondo l’accusa, i bollettini meteo, che avevano previsto burrasca, furono sottovalutati. Per la Procura quindi l’organizzazione della gara sarebbe stata carente sotto diversi profili e questo avrebbe causato, o comunque non impedito, che la tragedia di Ponzo si verificasse

Per ricostruire i drammatici momenti in cui Ponzo aveva accusato il malore, in aula sono sfilati diversi testimoni tra cui i runner e i volontari che si trovavano sul percorso che per primi gli prestarono aiuto.

“Ho incontrato Ponzo sulla salita verso il monte Croce, stava camminando e l’ho superato. In quel momento è caduto a terra quindi mi sono fermato e l’ho soccorso. Con me c’era un ragazzo di Genova, ci siamo resi conti che era sfinito e così gli abbiamo dato una barretta energetica. Lui l’ha presa e si è rialzato, ma non riusciva a stare in piedi. A quel punto siamo andati subito a chiamare i soccorsi, ma non lo abbiamo lasciato solo perché c’erano altri corridori con lui” ha raccontato Ivan Pesce, uno dei partecipanti alla gara che sulle condizioni di quel giorno ha spiegato: “Sono tanti anni che faccio gare di questo genere, ma una situazione così non l’avevo mai vissuta. Nessuno poteva immaginare che il tempo potesse girare così: avevo le mani e i piedi assiderati tanto che per scaldarmi ad uno dei ristori mi sono buttato addosso del tè caldo”.

“Mi hanno segnalato un corridore che non stava bene e l’ho subito raggiunto. Quando ho trovato Ponzo pioveva e c’erano forti raffiche di vento, lui continuava a cadere e rialzarsi. Aveva freddo, l’ho abbraciato per scaldarlo e gli ho dato il mio giaccone, poi ho anche cercato di accendere un fuoco. Nel frattempo sono arrivati i soccorritori quindi poi mi sono allontanato. Ricordo che l’elicottero non riusciva ad atterrare” la testimonianza di Claudio Ciardella, un volontario che segnalava il percorso.

Tra i testimoni anche Igor Rubbo, un altro degli atleti in gara quel giorno che, tra l’altro è il direttore del dipartimento sanità dell’assessorato della Regione Valle d’Aosta: “L’ho incontrato sul percorso, era nel gruppo di testa e non stava benissimo. Gli ho offerto una barretta, inizialmente non la voleva ma poi mi pare che l’abbia mangiata. Ho chiamato i soccorsi per segnalare che non stava bene, ma poi ho saputo il giorno dopo cosa era successo”.

“Per mia esperienza posso dire che gli sport di endurance (ovvero di resistenza) esigono un approccio graduale, non improvvisato e una profonda conoscenza di sé e dei proprio limiti. Bisogna anche conoscere l’ambiente che può diventare ostile molto facilmente. Queste gare comportano anche una certa assunzione di responsabilità verso sè stessi. Tra l’altro in Italia le organizzazioni sono molto attente e precise nel rappresentare i livelli di rischio di questo tipo di manifestazioni. Che livello organizzativo ho trovato alla Maremontana? Posso dire che quando ho chiamato i soccorsi quel giorno ho avuto una risposta in brevissimo tempo”questo tipo di mani” ha aggiunto il testimone.

[tag name=”Paolo ponzo”]

Funerali Paolo Ponzo

La prossima udienza del processo sarà celebrata a marzo quando proseguirà l’audizione dei testimoni.

leggi anche
Paolo Ponzo
Cronaca
Morte di Paolo Ponzo, non rispondono al pm i tre indagati
Funerali Paolo Ponzo
A due anni
Morte di Paolo Ponzo alla Maremontana: chiusa l’inchiesta

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.