Precisazioni

Caso Ata-N&D, parlano i soci della coop: “Bufera per nulla, non è un doppio lavoro e non c’è concorrenza”

I soci della cooperativa e dipendenti Ata si difendono e precisano la loro posizione

Ata Spa Savona

Savona. Per loro nessun “caso” , una “bufera per nulla…”, in quanto agiscono solo come amministratori e non come lavoratori dipendenti. Stefano Sicco e Sergio Scarrone respingono con forza e decisione ogni “accusa” rispetto al nuovo caso scoppiato sotto la Torretta: la fondazione di una cooperativa sociale di tipo B, chiamata “N&D”, da parte di due dipendenti di Ata.

La scoperta dell’esistenza di N&D ha fatto sobbalzare i vertici di Ata: Sicco e Scarrone infatti non sono due dipendenti “qualsiasi”, bensì nella partecipata savonese ricoprono incarichi importanti (il primo è all’ufficio personale, il secondo nella segreteria ingegneria ed approvvigionamenti), che danno loro accesso a informazioni strategiche come nomi dei clienti o metodologie di lavoro. Trattandosi di azienda a proprietà pubblica, questo ha causato da subito due interrogativi: N&D rappresenta per Sicco e Scarrone un secondo lavoro, possibilità vietata nel settore pubblico? E la cooperativa può in qualche modo rappresentare per Ata un concorrente?

Dubbi che a Savona hanno creato un nuovo caso politico, con le richieste di chiarimenti arrivate dal M5S e la seguente “stilettata” dell’assessore comunale Silvano Montaldo che sta valutando la situazione assieme ai vertici di Ata.

I diretti interessati, però, rigettano entrambe le accuse. “Nessuna attività concorrenziale, nessun doppio lavoro – spiegano Sicco e Scarrone – la cooperativa è stata costituita nel novembre 2016 da un’idea di tre soci fondatori, per dare la possibilità a persone svantaggiate di poter lavorare”. Una cooperativa, come specifica anche l’oggetto sociale, che non ha scopo di lucro. “Inoltre, nell’ambito della cooperativa svolgiamo una semplice attività amministrativa, non certo mansioni di carattere lavorativo o altro che è stato detto e vociferato”. Una possibilità, peraltro, già paventata da IVG che per prima ha parlato del caso (leggi): ai due dipendenti pubblici è vietato avere una seconda occupazione, ma non prestare gratuitamente la propria attività in un ente no-profit.

Sicco e Scarrone sono, rispettivamente, presidente e vicepresidente della cooperativa.  “Ma non percepiamo alcun compenso, contributo o altro – garantiscono i due – e siamo attivi per la cooperativa solo il sabato e la domenica o comunque fuori dagli orari e dal normale ambito di lavoro che svolgiamo per l’azienda Ata”. Da questo punto di vista, insomma, sarebbe tutto in regola.

Anche sul secondo punto, la possibile concorrenza tra N&D ed Ata, i due amministratori sono categorici. “La Onlus N&D non svolge alcuna attività concorrenziale con Ata Spa, non si occupa di rifiuti, smaltimento, verde pubblico o parcheggi, non lavora con la pubblica amministrazione ma essenzialmente con privati”. Come già spiegato mercoledì da IVG, l’attività primaria dell’azienda (così come riportata nella visura camerale) è “riparazione di mobili e di oggetti di arredamento”, pertanto almeno sulla carta non esiste appunto concorrenza tra le due realtà. A generare dubbi era stato l’oggetto sociale, decisamente più vasto, che tra le possibili attività ne contempla anche alcune affini ai business di Ata.

Sicco e Scarrone garantiscono anche che “tra i clienti e fornitori non risultano soggetti o ditte che lavorano con Ata Spa, quindi è oltremodo erroneo sostenere che le conoscenze dei due dipendenti in Ata Spa vengano utilizzate a vantaggio della cooperativa. Dopo questi precisi chiarimenti, siamo comunque in attesa di chiarire la nostra posizione con i vertici dell’azienda” concludono i due dipendenti Ata.

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