Verso la sentenza

Case agricole di Verzi, pm chiede 24 condanne per una pena complessiva che sfiora i 30 anni

La Procura contesta il reato di lottizzazione abusiva: a giudizio c'è anche l'assessore Remo Zaccaria

Savona Tribunale

Savona. Si avvia verso la conclusione il processo per la presunta lottizzazione abusiva relativa alle case agricole di Verzi che vede a giudizio 28 persone, tra cui l’assessore – ed allora vicesindaco – di Loano Remo Zaccaria, gli imprenditori Francesco Provaggi, Claudio De Castelli,  Luigi Gaggero e il medico Brunello Brunetto (tutti già assolti dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio per la stessa vicenda). Questa mattina in tribunale il pm Vincenzo Carusi ha formalizzato le sue richieste chiedendo ventiquattro condanne, per una pena complessiva che sfiora i trent’anni di reclusione, e quattro assoluzioni.

In dettaglio il pubblico ministero ha chiesto la condanna a due anni di arresto e 50 mila euro di ammenda per Francesco Provaggi, Luigi Gaggero, Fabrizio Marasco e Remo Zaccaria; ad un anno e dieci mesi di arresto e 40 mila euro di ammenda per Brunello Brunetto e Claudio De Castelli; ad un anno e cinque mesi di arresto e 30 mila euro di ammenda per Silvia Raica, Stelvio Fossati, Gloria Fossati, Milena Lovadina e Francesco Costanzo; ad un anno di arresto e 20 mila euro per Paolo De Francisci, Giorgio Muriella e Marco Vadori; a dieci mesi di arresto e 16 mila euro di ammenda per Fabrizio Conti, Angela Fojadeli, Enrico Tommaso Fiallo, Anna Bo, Salvatore Fortunato Labate, Maria Grazia Bottani, Massimo Alessi, Antonietta Fata, Barbara Peluffo e Lanfranco Pagani.

E’ stata chiesta invece l’assoluzione (“per non aver commesso il fatto”) dal reato di lottizzazione abusiva per Francesca Masi, Giuliana Calzolari, Francesca Rapetti e Rosa Dellagaren. Al termine della sua requisitoria il pm Carusi ha anche chiesto l’assoluzione per prescrizione per i reati di falso che venivano contestati ai vari imputati.

Per la sentenza bisognerà però attendere ancora: i difensori infatti devono terminare la loro discussione e, di conseguenza, il giudice Filippo Pisaturo ha rinviato il processo alla prossima settimana quando i legali degli imputati proseguiranno con le arringhe difensive.

Secondo l’accusa, la lottizzazione abusiva sarebbe stata realizzata a cavallo degli anni dal 2004 al 2011 sulla collina di Verzi, su un’area di centomila metri quadrati. A giudizio, oltre a Zaccaria e alcuni imprenditori, ci sono i proprietari (o gli acquirenti) di alcuni dei lotti che fanno parte dei 100 mila metri quadrati sequestrati ad inizio 2012.

Remo Zaccaria era rimasto coinvolto nell’indagine non perché proprietario di una delle ville finite nel mirino dei magistrati, ma perché come amministratore comunale aveva preso parte alle riunioni della giunta in cui erano stati approvati i Progetti Aziendali di Sviluppo Agricolo relativi ai terreni interessati dalla lottizzazione. Un’operazione nella quale, secondo l’accusa, aveva interessi una società privata (la “San Giuseppe Provaggi Finanziaria”) della quale lo stesso Zaccaria, per un breve periodo, era stato amministratore. Il suo voto, anche se non determinante, aveva – almeno per la Procura – favorito la società privata. Provaggi, De Castelli, Brunetti e Gaggero, tutti privati con ruoli nelle società coinvolte nell’operazione di lottizzazione, erano stati quindi accusati di abuso d’ufficio in concorso perché avrebbero beneficiato della condotta di Zaccaria. Un’accusa che era caduta già un udienza preliminare. I cinque erano quindi rimasti a giudizio, come gli altri 23 imputati per la lottizzazione abusiva in concorso.

Il proscioglimento dall’abuso d’ufficio, secondo la tesi difensiva, dovrebbe giocare un ruolo chiave perché il presupposto per il coinvolgimento di Zaccaria, Provaggi, De Castelli, Brunetti e Gaggero nella lotizzazione abusiva era legato infatti al reato dal quale sono stati assolti.

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