Laigueglia. Il caso della scomparsa di Marisa Comessatti è definitivamente archiviato. Nei giorni scorsi infatti il gip Francesco Meloni ha accolto la richiesta del pm Giovanni Battista Ferro che, dopo mesi di indagini, aveva chiuso il caso come un allontanamento volontario, senza trovare nessun riscontro che potesse far pensare ad una causa diversa.
Così, almeno dal punto di vista penale, la vicenda della sessantunenne scomparsa il 21 febbraio di due anni fa da Laigueglia è chiuso. Tra l’altro, dopo aver ricevuto la richiesta di archiviazione del pm, il giudice Meloni ha atteso l’esito di ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria, che hanno dato esito negativo, prima di prendere la sua decisione. Di conseguenza, il caso è stato archiviato come allontanamento volontario.
La notizia è stata comunicata anche ieri sera nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?” che, dal giorno della sua scomparsa, si è occupata di Marisa Comessatti.
Gli inquirenti, coordinati dal pm Ferro, hanno battuto tutte le piste possibili prendendo in considerazione anche l’ipotesi del sequestro di persona, ma sono arrivati alla conclusione che quella della signora Comessatti sia stata una scelta personale per chiudere con il mondo esterno (la donna era stata profondamente segnata dalla scomparsa di una figlia in un incidente stradale).
Per fare luce sulla sessantunenne si era indagato anche su un ipotetico rapporto sentimentale con un uomo insieme al quale sarebbe stata vista in un bar della cittadina rivierasca. Gli inquirenti erano risaliti a lui, ma, dopo averlo sentito, non erano saltati fuori elementi utili per le indagini. Dal ritrovamento della Seat Marbella verde nel parcheggio di un supermercato a San Bartolomeo al Mare e l’accensione del telefonino della donna, per pochi minuti e alcuni giorni dopo la scomparsa, non sono stati più raccolti elementi utili a trovare la donna.
Una scomparsa che resta un mistero e per la quale, ovviamente, i suoi familiari, soprattutto le due figlie Lara e Nada, non si danno pace. Proprio Lara e Nada non hanno mai smesso di cercarla anche attraverso i canali social e l’associazione “Penelope Liguria” che affianca le famiglie e gli amici delle persone scomparse ed è presieduta dall’avvocato Eva Rocca. Proprio l’avvocato Rocca aveva ricostruito tutte le tappe della vicenda davanti al gip per chiedere che le indagini potessero continuare.