Savona. “Vengo volentieri tra voi, col desiderio innanzitutto di imparare a conoscere l’anima di questa città. Ho tutto da imparare al riguardo, anche perché di proposito non ho voluto informarmi prima: voglio prima vedere e ascoltare, perché solo così potrò amare e sentire questa città come ormai la mia città e la mia casa“. Monsignor Calogero Marino ha salutato con queste parole Savona, sul sagrato del Duomo, pochi minuti prima di essere ordinato nuovo vescovo della diocesi. Lo ha fatto davanti a centinaia di savonesi, accorsi per salutare il successore di monsignor Vittorio Lupi.
Le prime parole di Monsignor Marino, prima della funzione, sono state dedicate ai giovani. “Fin d’ora voglio dire che sono particolarmente contento che qui ci sia l’università – ha spiegato ai fedeli – desidero che la Chiesa di Savona sappia dialogare col mondo della cultura, e in particolare con i giovani. Dobbiamo fare spazio a loro, restituendo quel futuro che in questi anni abbiamo a loro sottratto“.
“Si tratta anche, come ci ricorda il Concilio – ha proseguito – di sapere, anche con l’aiuto dei giovani, ascoltare attentamente, discernere e interpretare i vari modi di parlare dell’uomo di oggi. La Chiesa infatti sente con gratitudine di ricevere vari aiuti, dagli uomini di qualsiasi grado e condizione. Il Vangelo che la Chiesa offre al mondo, a Savona come ovunque, è la buona notizia di un Dio affidabile e amico degli uomini. Il Vangelo non è parola giudicante o escludente, ma inclusiva. Più la Chiesa annuncia con passione e credibilità questa buona notizia e più sarà capace di incrociare i cammini reali delle donne e degli uomini di oggi“.
Terreno comune per l’incontro tra la Chiesa, la città, le istituzioni e il territorio, secondo monsignor Marino, “sarà la Costituzione, che ci ricorda all’articolo 3 che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E mi piace ricordare qui uomini e donne, dei quali portiamo in cuore con gratitudine i nomi, che hanno fatto grandi la Chiesa e l’Italia: padri della Chiesa e padri del nostro paese, credenti e responsabili in parrocchia e laicamente impegnati nei banchi della costituente”.

“Desidero – ha concluso – che il Vangelo soltanto sia la radice profonda del mio ministero a Savona, mentre il Concilio e la Costituzione potranno ispirare le scelte necessarie e opportune. Mi piace augurare a me e a voi ‘buon cammino’, con le parole che mi sono care del poeta spagnolo Alberto Machado: ‘Camminante, non c’è sentiero, il sentiero si fa camminando; camminante non c’è un cammino, ma solo segni incisi nel mare’”.
Concetti ribaditi poi durante la funzione, nell’omelia. “In questi anni a Savona vorrei stare con voi da amico e fratello, anche perché da solo non riesco a stare… vengo senza un programma predefinito, col solo desiderio di incontrarvi e camminare con voi. Desidero ascoltarvi e ascoltare la silenziosa, piccola voce di Dio che parla alle orecchie del cuore. Nei prossimi giorni innanzitutto incontrerò i presbiteri, per quanto possibile ad uno ad uno, imparando a conoscerli e ad amarli. Il mio primo desiderio è incontrare tutti, in particolare i più poveri e i più fragili. Affido questo mio ministero alla Madonna della Misericordia”.

L’ormai ex vescovo Lupi, da parte sua, ha accolto Marino con un abbraccio non solo figurato. “Ho tanto sperato che fossi tu a prendere il mio posto, sono felice – ha detto al suo successore pochi istanti prima della consegna del pastorale – Ci conosciamo da tanti anni e so che sei un ottimo sacerdote. Ti affido con gioia questa diocesi, che ho amato e continuo ad amare. So che incontrerai il favore del clero e della gente, per le tue doti di profondità e spiritualità, per il tuo stile di vita e la semplicità del rapporto che hai con le persone, con immediatezza e cordialità. Questo ti darà l’affetto, la stima, l’amicizia e la collaborazione dei sacerdoti della diocesi”.
“Da parte mia – ha concluso Lupi – ti sarò vicino con molta discrezione, pronto a collaborare in qualsiasi cosa vorrai chiedermi. E’ giunto per me il tempo della preghiera, e per te di guidare la diocesi. Ti abbraccio con affetto”.