Savona. Oggi le segreterie provinciali di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Savona hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori di Ata spa in tutti i 19 comuni serviti dall’azienda pubblica multiservizi e cioè Savona, Arnasco, Bardineto, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Calizzano, Castelbianco, Cisano sul Neva, Erli, Giustenice, Mallare, Murialdo, Nasino, Pietra Ligure, Plodio, Sassello, Stella, Urbe, Zuccarello.
“Dopo lo sciopero provinciale dello scorso 9 gennaio non si sono riscontrati reali passi in avanti in merito alla vertenza e, conseguentemente, permangono tutte le motivazioni che avevano determinato la protesta dei lavoratori – spiegano Fausto Dabove di Fp Cgil, Danilo Causa di Fit Cisl e Franco Paparusso di Uiltrasporti – In una situazione indubbiamente non semplice continuano a mancare, o comunque ad essere troppo timide, iniziative fondamentali per un rapido rilancio dell’azienda multiservizi di proprietà pubblica più importante della provincia. Inoltre i ‘tagli’ nei confronti delle risorse destinate all’azienda pubblica, in particolare quelli attuati del Comune di Savona, insieme a ritardi nei pagamenti da parte di altri Comuni rappresentano un ulteriore ostacolo nel percorso di rilancio di Ata spa che tutti, almeno a parole, auspicano”.
“Permangono criticità da mesi denunciate dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu in merito all’organizzazione aziendale, alle gravi carenze negli organici, alle inevitabili ripercussioni sull’organizzazione del lavoro in generale e sui servizi resi ai cittadini. Si continua ad operare in una quotidianità in cui, sinceramente, a nulla servono conferenze stampa in cui si annunciano nuovi piani nei servizi, a partire da quello relativo allo spazzamento delle vie di Savona, che nella realtà non porteranno benefici reali proprio perché risentono inevitabilmente di problematiche ancora irrisolte. Questa, sia ben chiaro, per il sindacato non può essere la via maestra per trovare soluzioni reali”.
Per i sindacati, Ata spa ha “potenzialità e capacità professionali per uscire dallo stato in cui versa. Dunque, se l’intenzione più volte dichiarata dalla Proprietà e confermata dal CdA è realmente quella del rilancio di Ata spa di proprietà pubblica, l’unico strada non può essere che quella degli atti e delle iniziative condivise, tempestive e concrete”.
In questo quadro generale i sindacati non possono che “ribadire motivazioni già oggetto dello sciopero del 9 gennaio e che, pur confermando la disponibilità per soluzioni concordate e condivise in cui ognuno deve fare la propria parte, non esiteranno a promuovere altre giornate di sciopero nel caso di mancanza di risposte convincenti.”