Serve restaurare

L’appello di Finale Ligure Viva: “Recuperare i ponti romani della Val Ponci e delle Cave”

“Questo percorso potrebbe essere un fiore all’occhiello per Finale, un unicum storico, culturale, architettonico, paesaggistico di cui andare fieri"

val ponci, ponti romani

Finale Ligure. Il movimento civico di “Finale Ligure Viva” denuncia la “drammatica situazione di degrado in cui versano i favolosi cinque ponti romani della Val Ponci e le vicine cave romane che si rischia di perdere per sempre”.

Secondo il gruppo, “il territorio finalese è uno scrigno colmo di gioielli storico architettonici e quelli della Val Ponci, valle monumentale, ne fanno meritatamente parte, ma purtroppo sono abbandonati all’incuria. I gioielli della Val Ponci si collocano in una ‘valle fossile’ ricca di boschi rigogliosi, lecci e frassini principalmente, percorsa da una antica via consolare romana (la Via Iulia Augusta’) che collegava la Pianura Padana con la Liguria e le Gallie. Sul tracciato di questa antica strada si trovano i cinque ponti romani, in pietra del Finale, di cui il Ponte delle Fate è quello meglio conservato, elegante e suggestivo, costituito da grossi conci magistralmente finemente sagomati e squadrati, incastrati fra loro con tecnica architettonica eccezionale”.

Alcuni di questi “sono meglio conservati, con rampe d’accesso ed archi ben individuabili, altri appena accennati in piccole parti. La lastricatura del selciato stradale romano, oramai sconnessa, è pur sempre ammirevole per tecnica e solidità. Le tre cave romane, siti da cui si otteneva la pietra necessaria alla costruzione dei ponti, sono vicine tra loro, sovrapposte in una tecnica tanto ingegnosa quanto spettacolare”.

Ciò che “Finale Ligure Viva” denuncia è “l’abbandono in cui giacciono queste meraviglie, erbacce, alberi caduti, fronde troppo ingombranti ostacolo il passaggio ai viandanti. Gli spazi tra gli archi e il terreno sono pieni di rami e foglie secche. Sono luogo di passaggio indisturbato dei bikers che ignorandone le origini e l’unicità o noncuranti di tutto ciò li attraversano a gruppi, velocemente, premendo con le ruote contro queste pietre millenarie. Il selciato romano deve subire le stesse offese diventando cosi’ sempre più sconnesso e rovinato”.

val ponci, ponti romani

“Questo percorso potrebbe essere un fiore all’occhiello per Finale, un unicum storico, culturale, architettonico, paesaggistico di cui andare fieri. La segnaletica è inesistente. Restano solo alcuni pannelli arrugginiti senza indicazioni ed altri vecchi appena leggibili. Un oltraggio alla storia, alla bellezza di questo luogo”.

Secondo il movimento civico “occorrono almeno sei tipi di intervento per il recupero e la valorizzazione di questi beni culturali: recupero architettonico; pulizia del selciato, estirpazione delle erbacce, rimozione di rami e foglie secche, pulizia dei ritani e sistemazioni con la legna del posto; segnaletica turistica adeguata; controllo del territorio e sistema di sorveglianza per il rispetto del regolamento (bikers e turisti); manutenzione periodica; promozione del percorso ristrutturato per un turismo di qualità distribuito in tutto l’arco dell’anno”.

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“Come già dichiarato in varie occasioni da Gabriello Castellazzi, portavoce dei Verdi della provincia di Savona, e in particolare in una sua nota stampa del 23 ottobre 2016, il recupero di Val Ponci era reso possibile grazie ad uno stanziamento regionale di 250 mila euro”.

Per tutti questi motivi, “Finale Ligure Viva” chiede all’amministrazione del sindaco Ugo Frascherelli “come è stato utilizzato lo stanziamento regionale di 250 mila euro; quali azioni sono state messe in atto per il recupero del circuito sopra esposto o la tempestiva calendarizzazione delle attività necessarie; come il Gal recente istituzione potrebbe agevolare queste attività”.

Oltre a interpellare l’amministrazione, il gruppo “si mette a disposizione per partecipare al progetto di recupero del fantastico percorso di inestimabile valore che sicuramente contribuirebbe al rilancio economico del finalese attraverso lo sviluppo di nuove attività turistiche eco-sostenibili”.

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