Andora. “Credo che tutti questi incendi sparsi per la Liguria non siano casuali, ma che ci sia dietro un sistema organizzato che ha deciso di colpire nel momento in cui questo cambio poteva coglierci impreparati. E purtroppo è successo”. Parole terribili quelle pronunciate da Fabio Curto, responsabile della protezione civile e dell’antincendio boschivo di Andora: il suo sospetto è, in pratica, che i continui incendi scoppiati in questi giorni facciano parte di un piano deliberato attuato proprio nel momento in cui sarebbe stato più difficile contrastarlo, ossia durante la transizione delle competenze specifiche tra il Corpo Forestale dello Stato e i Vigili del Fuoco.
La prima certezza di Curto è l’origine dolosa dei roghi: “Non sono certamente naturali. Non ci sono stati temporali, l’autocombustione non esiste e quindi è facile dedurre che la mano dell’uomo, colpevolmente o accidentalmente, sia dietro a tutto questo. Saranno poi le indagini a trovare il colpevole e dare risposte certe”. Da lì in poi, invece, ci si avventura nel terreno dei sospetti: e quello di Curto è appunto che non si tratti di “semplici” piromani, ma di un sistema organizzato che avrebbe colpito in questi giorni perchè sapeva che la macchina antincendio si sarebbe mossa più lentamente e con meno efficacia di prima.
“Il volontariato è la forza dell’Italia – chiarisce Curto – Le squadre Aib lavorano sempre, anche quando il bosco non brucia, e quando ci sono gli incendi rispondono alla grande. Ma è comunque un momento difficile e non lo neghiamo: la transazione tra Forestale e vigili del fuoco sembra essere caduta proprio nel bel mezzo di questa emergenza. Il sistema non riesce a rispondere bene perché non è organizzato”.
Il responsabile della Protezione Civile spiega anche perchè: “Non per sminuire il lavoro dei vigili del fuoco, ma un po’ manca il lavoro della Forestale che era al nostro fianco da 40 anni. Per sostituire quarant’anni di storia ci vuole almeno altrettanto tempo. Si inizia una nuova avventura in queste condizioni e capirete bene che noi abbiamo trovato delle difficoltà, così come i vigili del fuoco che hanno messo in campo numeri impressionanti ma non riescono ancora a comunicare nel modo giusto con noi. Questo solo ed esclusivamente per una mancanza di tempo nell’organizzare il sistema”.
Dopo ormai tre giorni e mezzo di duro lavoro, per fortuna, l’emergenza sembra pian piano poter rientrare. “Per quanto riguarda il fronte di incendio a Capo Mimosa e Rollo la situazione è nettamente migliorata rispetto ai giorni scorsi – spiega Curto – Abbiamo un presidio a Capo Mimosa perché abbiamo ancora dei focolai sparsi qua e là, ma all’interno dell’incendio quindi non dovrebbe preoccupare”. Sul versante andorese, tra l’incendio di Rollo e quello di capo Mimosa sono bruciati circa 55 ettari ettari di bosco: “Questo incendio è stato abbastanza ‘a chiazze’, quindi questo ha permesso che ci fossero molte ripartenze. Purtroppo ora è bruciato tutto, anche le aree boschive che inizialmente erano state risparmiate”.
“A Testico invece stanotte abbiamo raggiunto un fronte di circa due chilometri e mezzo – prosegue Curto – Adesso il fuoco sta scendendo via San Giacomo, il passo che divide Testico e Cesio. Sono sul posto le squadre di Andora e Boissano assieme ai vigili del fuoco. Quanto ai danni non sappiamo ancora fare una stima precisa, ma tenendo conto di un fronte di quasi tre chilometri i numeri saranno elevati”.
Il vento forte, con raffiche fino a 80-90 chilometri orari, ha contribuito a peggiorare la situazione alimentando gli incendi; viste le previsioni sul vento il presidio continuerà almeno fino a domani. “Siamo pronti – conclude Curto – e cerchiamo di dare il massimo nonostante la stanchezza, visto che siamo operativi dall’alba di domenica”.