Il provvedimento

Ceriale: niente alloggi nell’ex residence, il Tar respinge le istanze contro il Comune

L'intervento di ristrutturazione è stato ritenuto abusivo in un’area tra l'altro sottoposta a vincolo paesaggistico

toga avvocato

Ceriale. Doccia fredda per i proprietari dello stabile di lungomare Diaz che si erano rivolti al Tar contro il Comune per far valere i loro diritti. I giudici hanno respinto le istanze ritenendole infondate. Già il Comune aveva negato loro la possibilità di regolarizzare “ex post”, attraverso un condono edilizio che avrebbe potuto sanare l’abuso, il cambio di destinazione d’uso dell’edificio, da residenza turistico – alberghiera ad abitazioni.

Un’istanza che era stata presentata dai proprietari e negata dall’amministrazione comunale. Dopo il diniego, l’unica strada percorribile, è stata quella di presentare due distinti ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale. I 16 proprietari e i rappresentanti legali delle 2 società immobiliari si erano rivolti agli avvocati Giovanni ed Emanuele Gerbi di Genova, mentre in questa vertenza il Comune di Ceriale era tutelato davanti al Tar dall’avvocato Mauro Vallerga, anch’egli del foro genovese.

Il “no” al condono era stato giustificato dal Comune con il fatto che l’edificio, nel corso della trasformazione da residence ad alloggi, era stato sottoposto ad un intervento di ristrutturazione ritenuto abusivo in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Da sottolineare che lo stabile è situato nella fascia interna ai 300 metri dalla battigia. Ma vero anche che l’iniziativa era in contrasto con il piano regolatore che consentiva nell’area la sola destinazione ricettiva. Il Tribunale Amministrativo ha accolto questa tesi, ritenendo non suscettibili di sanatoria le opere abusive realizzate su immobili vincolati, ed ha respinto i ricorsi. Tuttavia non ha mancato di censurare il Comune di Ceriale, per avere “oltremodo ritardato la definizione delle istanze di condono”. Per questa ragione le spese di giudizio sono state compensate: metà a carico dei soccombenti, metà a carico del Comune.

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