Borgio Verezzi. L’approvazione entro il 2017 e l’attuazione entro il prossimo anno. E’ questa la “tabella di marcia” ipotizzata dal sindaco di Borgio Verezzi Renato Daquino pochi minuti prima che iniziasse la seconda assemblea dell’inchiesta pubblica sul nuovo Piano Urbanistico Comunale con cui l’amministrazione comunale intende ridisegnare l’assetto della cittadina rivierasca per i prossimi anni.
“Con il Puc siamo messi bene – conferma il primo cittadino – Il dialogo è molto civile. Noi portiamo un’esperienza di 40 anni e di 5 di amministrazione. Sappiamo dove vogliamo andare. Io credo che le osservazioni siano molto utili, però vadano inquadrate in un quadro più complesso. Questo è un paese che negli ultimi 40-50 anni ha costruito molto ma con bassa qualità, che ha realizzato tante opere pubbliche e ma non ha realizzate altre. Noi abbiamo lavorato cinque anni con grande serietà per migliorare la qualità del paese e la sua attrattività. I dati sono chiari, abbiamo un aumento dei visitatori alle grotte e a teatro”.
Secondo Dacquino, però, “tutto questo però non basta. La popolazione è calata del 7 per cento (grazie all’attenzione dell’ufficio anagrafe) a causa della scarsa attrattivà che ha il paese sotto l’aspetto commerciale e turistico. Quindi abbiamo pensato a un Puc che porti verso i prossimi vent’anni”.
Il sindaco punta in particolare su alcuni elementi: “Insisto soprattutto sulla passeggiata a mare, che è vitale per collegarci agli altri paesi e per portare persone all’interno. Davanti al municipio sorgerà un’area verde, commerciale, di servizi, che nei prossimi quindici anni deve diventare il centro del paese. L’obiettivo è fare in modo che persone vengano da Pietra e da Finale a Borgio per fare acquisti, incontrarsi, passeggiare, visitare le grotte e il centro storico”.
Strategico è anche il collegamento per Verezzi: “Qui abbiamo due ipotesi. Una, più conservativa, prevede il miglioramento della strada attuale (ma sappiamo tutti che oltre un certo limite non si può). L’altra, più ‘sfidante’ e che guarda al futuro, prevede una strada nuova. Sempre su Verezzi, vogliamo migliorare la viabilità verso il cimitero. Per quanto riguarda il parco tra Borgio e Pietra, invece, sono state date tante informazioni sbagliate e si è giocato su qualche grafica magari non perfetta. Quella è un’area in gran parte abbandonata che io vedo frequentata da famiglie, persone che fanno jogging ed educazione ambientale e così via”.
“Qui in questo paese si discute moltissimo sui dettagli. Io credo che chiunque condivida gli obiettivi che abbiamo da raggiungere. Come raggiungerli, poi, è un dettaglio. Si può discutere in tutti i modi, ma quello che rifiuto è chi è contro a prescindere. Senza questi traguardi da raggiungere non si fa il bene del paese, non si crea un paese migliore”:
Circa i tempi di attuazione del Puc, invece, Dacquino si dice ottimista e ritiene che “a fine anno avremo realisticamente qualche risultato. In Regione ho trovato grande maturità e grande lucidità nel dare un giudizio al nostro paese. Quello che noi crediamo bellissimo a volte ha una mediocre qualità urbanistica. Quello che pensiamo siano grandi piazze in realtà sono piccoli spazi. In Regione abbiamo grandi professionisti che ci hanno aiutato e ci aiuteranno. Come ci hanno aiutato le associazioni quando danno dati seri. Noi siamo pronti a discutere su tutto, ma gli obiettivi vogliamo raggiungerli”.
Gli interventi potrebbero prendere il via il prossimo anno: “Se ci sarà dialogo con i privati, il lavoro sarà più rapido. Se dovremo contare sulle risorse del Comune ci saranno tempi medi. Se dovremo aspettare aiuti da soggetti esterni, il dibattito sarà più ampio. E’ evidente che chi oggi giudica questo piano deve guardare anche quali siano le risorse disponibili oggi, domani e dopodomani, quale è il rapporto pubblico-privato e quanto è importante un dialogo pubblico-privato fatto tra persone oneste.
Paola Pregliasco, vice presidente dell’associazione Agorà, ribadisce la necessità di un Piano Urbanistico che contenga determinati elementi: “Questa è una delle riunioni che entrano nel merito e nella discussione di questo Puc. La Regione ha riconosciuto all’associazione Agorà (ma lo ha fatto anche con le richieste di Italia Nostra e Wwf) la possibilità di effettuare un’inchiesta pubblica per le problematiche del Piano. Il quale è molto discutibile. Noi ci siamo da sempre impegnati per un Puc che non sia a consumo di suolo e non preveda aumenti dei volumi residenziali. Insomma per un Puc che non sia predatore e non si leghi alla logica medioevale del baratto”.

Qualcuno sostiene che il troppo cemento presente oggi sul territorio di Borgio sia dovuto ai tanti interventi edilizi realizzati negli anni scorsi: “Si è costruito in relazione ad un Piano Urbanistico approvato da alcuni componenti di questa maggioranza (il vice sindaco e il sindaco). Aggiungere altri metri cubi di cemento a un Piano che portava già completezza ma era molto dettagliato per quanto riguarda il rispetto delle zone dei vecchi borghi è del tutto inopportuno in questo momento storico”.
Il punto di vista di Agorà è chiaro:” Contestiamo prima di tutto l’impianto, che non fa riferimento ai vincoli paesaggistici del borgo, alla presenza in questo comune di zone Sic-Rer di interesse comunitario e di zona carsica. L’impianto, quindi, è alterato. Inoltre il Piano contiene specchietti per le allodole, cavalli di Troia che permettono una progressiva invasione di tutti gli spazi verdi di Borgio con nuove costruzioni e questa non ci sembra una cosa proponibile”.