Loano. Sono riprese questa mattina all’alba le operazioni per il recupero e la messa in sicurezza del Southern Confort, lo yacht Maiora di 22 metri distrutto dalle fiamme ieri poco prima dell’alba mentre era ormeggiato all’interno della Marina di Loano.
Già nel primo pomeriggio di ieri una gru di medie dimensioni aveva iniziato a recuperare quel che resta dell’imbarcazione. Il braccio del mezzo meccanico, però, non era stato in grado di sollevare il relitto, in buona parte affondato e quindi parecchio più pesante a causa dell’acqua che l’ha invaso: per questo motivo, le operazioni erano state temporaneamente sospese, in attesa di un mezzo di dimensioni maggiori.
Questa mattina le operazioni sono ripartite, con i sommozzatori che hanno proceduto ad “imbragare” lo scafo perchè la gru possa sollevarlo. Lentamente il natante viene sollevato e progressivamente svuotato dall’acqua per renderlo più leggero, quindi sollevato ulteriormente e così via. Al termine della complessa operazione la barca dovrebbe essere in grado di galleggiare: ciò permetterà di trainarla in una zona più accessibile da parte dei mezzi pesanti (come ad esempio il vicino cantiere navale) che la caricheranno e trasporteranno altrove.
In seguito l’imbarcazione sarà messa a disposizione della magistratura: come anticipato questa mattina dal sostituto procuratore Massimiliano Bolla, per poter stabilire con certezza le cause del rogo occorrerà “trattenerla sulla banchina ed eventualmente portarla in secca per fare tutti gli accertamenti del caso. Bisognerà fare verifiche tecniche molto mirate e specifiche”. Ad aiutare le indagini saranno forse le immagini catturate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza presenti all’interno della Marina di Loano.
L’imbarcazione si trovava nel porticciolo da circa un anno. L’unica sopravvissuta al rogo di ieri è Claudia Mahncake, una donna tedesca di 52 anni, che grazie all’aiuto del cognato Jurgen Simon è riuscita ad abbandonare la cabina di prua lanciandosi in acqua attraverso un “passauomo”. Attualmente si trova all’ospedale Santa Corona per una lieve intossicazione e in forte stato di shock. Non ce l’hanno fatta invece lo stesso Simon (53 anni), la sorella Beata (61, moglie di Simon) e il compagno Andre Bachtenkirch (53), rimasti intrappolati dalle fiamme all’interno della cabina di prua.