Pensieri

I sindaci del ponente si interrogano sulla sanità: “Serve un servizio a misura d’uomo e di cittadino”

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Pietra Ligure. Garantire a tutti livelli essenziali di servizio, offrire un’assistenza di qualità a costi accettabili, creare una vera sinergia tra sanità pubblica e privata e offrire servizi “costruiti” sui vari gradi di esigenza, dalle grandi emergenze all’assistenza domiciliare.

Sono questi i principi intorno a cui ruota il lavoro di squadra portato avanti in ambito di sanità da un gruppo di sindaci del territorio e cioè Renato Dacquino di Borgio Verezzi, Ugo Frascherelli di Finale Ligure, Alessandro Oddo di Tovo San Giacomo, Mauro Boetto di Giustenice, Luigi Pignocca di Loano, Rita Olivari di Boissano, Gianfranca Lionetti di Toirano e Giorgio Cangiano di Albenga in collaborazione con il sindaco di Pietra Ligure Dario Valeriani.

I primi cittadini si sono interrogati ed hanno elaborato alcuni pensieri che ritengono possano essere utili per portare un contributo positivo sul tema scottante del riordino del sistema sanitario: “Migliorare la qualità e la produttività (efficacia più efficienza) del sistema sanitario ligure è obiettivo condiviso; per realizzarlo è indispensabile ridefinire le strutture, le organizzazioni e i processi. Una sfida dovuta, delicata e difficile, una sfida cui guardano con attenzione i cittadini (e ognuno di noi è coinvolto). Una sfida quindi per i coloro che devono decidere in sanità e per i politici, una sfida per gli operatori del settore, sfida per i referenti delle comunità locali”.

Per i sindaci gli aspetti essenziali sono: “Gestire bene questo presente progettando, nello stesso tempo, un futuro adeguato e sostenibile. Avere consapevolezza del fatto che l’invecchiamento della popolazione,la crescita delle aspettative, il progresso tecnologico influenzano la struttura e la dimensione dei costi”.

“Il necessario cambiamento della nostra organizzazione sanitaria deve essere affrontato oggi con razionalità e competenza dagli attuali organi decisionali; razionalità necessaria per investire le risorse e rispondere alle reali esigenze dei cittadini in modo serio. Competenza indispensabile per guidare una evoluzione verso il futuro fatta di migliorate relazioni ospedale territorio, assistenza domiciliare integrata e prevenzione, efficienti reti tempo dipendenti (o spazio tempo?). In questa fase è importante lavorare tutti insieme per questi obiettivi e valori; per essere tutti parte della soluzione l’informazione e la formazione (quando e dove utile) sono essenziali”.

“In questo sistema complesso, dove il concetto di stato sociale è elemento importante, è giusto garantire a tutti livelli essenziali di servizio; dare la qualità di assistenza a livelli di costo accettabili; creare sinergia vera tra sanità pubblica e privata; offrire servizi ‘costruiti’ sui vari gradi di esigenza di cura (dalle grandi emergenze fino all’assistenza domiciliare); solo così con un servizio a 360 gradi ci sarà una lettura più serena di quanto accade in sanità. Certo che se il pronto soccorso fa aspettare ore (la medicina ospedaliera ha situazioni ambientali incivili) e sul territorio (salvo i medici di famiglia che sono ancora un riferimento di fiducia) c’è poco, ogni criticità viene esasperata”.

I sindaci ogni giorno sono in prima linea: “Ogni giorni riceviamo richieste di attenzione e stimoli per ‘far sentire la voce’ dei cittadini, le loro esigenze. Ognuno ha esperienze e competenze diverse su questi argomenti; è importante supportare i sindaci: adeguatamente coinvolti, possono essere (devono essere) la vera forza guida di questo cambiamento. Ma vanno ascoltati e coinvolti. Bisogna a tutti i livelli essere in grado di spiegare quali diversi progetti si sono analizzati e i motivi della scelta; e quali livelli di servizio ci sono tra un progetto e l’altro (in termini di strutture e di dati oggettivi). Quanto più saremo tutti in grado di comunicare bene il nostro fare, quanto più i piani saranno frutto di un vero coinvolgimento delle varie forze in campo tanto più i messaggi all’opinione pubblica saranno sereni e costruttivi”.

“Siamo certi che la scelta deve essere quella di orientare l’organizzazione ai cittadini e non viceversa. Si può fare, condividendo gli obiettivi e i valori del progetto, fornendo trasparenza e supporto continuo a chi è coinvolto, ragionando su varie ipotesi e valutando su dati precisi quale sia la più adeguata, mobilitando e coinvolgendo gli operativi nelle azioni di cambiamento, comunicando con chiarezza e dati alla mano i vari passaggi”.

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