Savona. “Quando la politica procede in modo ragionieristico succede che possa essere predisposta e votata una delibera che dà un colpo mortale ai servizi all’infanzia in corso d’anno, violando così un contratto tacitamente firmato con le famiglie che hanno deciso di usufruire dei Nidi d’Infanzia e delle mense scolastiche, senza tenere minimamente in conto il significato pedagogico che tali servizi rappresentano”. Nella battaglia contro l’aumento delle tariffe legate agli asili nido e alle mense scolastiche entrano due nuovi attori: Marco Ravera, consigliere comunale di Rete a Sinistra, ed Enrica Maria Tonola, co-portavoce di Articolo 3 Savona Possibile.
Entrambi si uniscono all’ormai folta squadra che osteggia quella delibera (capitanata dalle rappresentanti di istituto, che ieri hanno promosso un sit-in in piazza Sisto IV). Tutti contro un unico avversario: non, come sarebbe lecito attendersi, l’assessore ai servizi sociali Cristina Bellingeri (che in questa vicenda, nonostante sia di sua competenza, sta rivestendo un ruolo passivo), bensì Silvano Montaldo, l’assessore al bilancio che ha deciso materialmente quell’aumento e che lo sta portando avanti “contro tutto e tutti” per esigenze prettamente finanziarie.
L’attacco di Ravera e Tonola si concentra soprattutto sul piano politico. “Si procede con il vecchio modo di ragionare – accusano – l’infanzia ed i servizi ad essa dedicata sono semplicemente un costo e non un investimento. Questa delibera, cui ci siamo opposti in Consiglio comunale, produrrà una serie di ricadute negative per le famiglie, ma soprattutto per i bambini. L’organizzazione famigliare sarà sconvolta perché una lievitazione dei costi così imponente costringerà a scelte di ripiego, che vanno a ledere il diritto dei bambini ad una crescita serena (art. 3 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza ONU)”.
“Nulla di tutto questo è richiamato in delibera – insistono – si è deciso di procedere in altro modo, ignorando del tutto le ricadute. Ci opporremo in ogni modo, al fianco delle famiglie affinché questa stortura venga sanata. I bambini saranno il futuro solo se noi daremo loro le opportunità che meritano”.
La battaglia, insomma, è destinata ad accendersi ulteriormente. Da una parte nel consiglio comunale di giovedì 22 dicembre, quando verranno discusse due diverse mozioni sul tema (una del Pd ed una del M5S), dall’altra probabilmente sui banchi della giustizia. Le mamme, infatti, non fanno misteri di essere intenzionate a ricorrere al Tar se Montaldo non tornerà sui suoi passi (annullando la delibera o, quantomeno, posticipandola a settembre 2017). E pochi giorni fa è emerso il caso di Bologna (scovato dal M5S) in cui un aumento deliberato dal primo aprile fu bocciato dal Consiglio di Stato.
Montaldo si è sempre difeso adducendo il fatto che, differenza degli altri casi finora messi in luce dagli oppositori, Savona ha dichiarato il pre-dissesto: una condizione metterebbe il Comune al riparo da cause di questo tipo. Ma anche questa tesi difensiva sembra scricchiolare: nelle ultime ore infatti sarebbero spuntati altri precedenti (questa volta grazie alle ricerche del Pd) che riguardano comuni in pre-dissesto e (almeno in un caso) in dissesto, i cui aumenti tariffari decisi in corso d’anno sono stati bocciati dai tribunali. Se così fosse, il rischio per il Comune di Savona è che l’auspicato aumento degli introiti si tramuti al contrario in una “beffa” in cui, al ripristino delle vecchie tariffe, si aggiungerebbero i costi legali. “Ma il nostro auspicio – commenta il gruppo consiliare del Pd – è che il consiglio approvi la mozione: sia per il rischio Tar, ma anche per un’assunzione collettiva della ragioni di merito, che avevamo già esposto sia nella commissioni che in Consiglio ma che non avevano avuto risposta”.