Parole di speranza

Santo Natale, il messaggio augurale del Vescovo Borghetti

Il messaggio è stato pubblicato sull’Avvenire-Ponente

vescovo Borghetti

Albenga. Pubblichiamo il messaggio augurale del Vescovo Borghetti per il Santo Natale pubblicato sull’Avvenire-Ponente.

Carissimi fratelli e sorelle, il Natale è alle porte ed il Vescovo vuole porgere gli auguri più intensi ed autentici fondati sul significato spirituale del Natale di Gesù! Natale è l’entrata nella storia del Figlio di Dio. L’Eterno Figlio del Padre entra nel tempo e si fa incontro a noi come Uno di noi. Natale è il primo giorno dei trentatre anni che starà con noi nel suo vero corpo, ‘nato da donna’ (Galati, 4,4), nato da Maria; il primo giorno di una storia di condivisione che durerà trentatre anni: “egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-8). Dio si è fatto vicino ad ognuno di noi inviando suo Figlio per incontrarci e offrirci la Sua salvezza: “Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana” (IV Preghiera Eucaristica).

Un’insegnante di religione di una della molte Scuole dell’Infanzia presenti nel territorio della Nostra Diocesi, mi ha raccontato uno stupendo dialogo avvenuto durante l’ora di religione; l’insegnante si dava da fare a spiegare il significato cristiano del Natale dicendo che Dio è venuto ad incontrare ciascuno di noi ed ha chiesto ai bambini: ‘come ha fatto per incontrarci?’ Un bambino di quattro anni ha risposto così: “Dio ha deciso per incontrarci di ‘farsi vivere’, e l’insegnante chiede: “in che modo si fa vivere? E il bambino: “si è trovato una mamma per farsi vivere!”. Si è trovato una mamma! Si entra nel mondo al modo di figlio e occorre una mamma ed un papà, occorre una famiglia! Per trent’anni anni vive a Nazareth con Maria e Giuseppe e vive una vita normale, uguale a quella di tanti suoi coetanei. “La stessa vicenda di Gesù tra gli uomini prende forma nel grembo di una famiglia, all’interno della quale rimarrà per trent’anni. Una famiglia come tante, la sua, collocata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero” (Francesco, Discorso del 3-10-2015).

Il Santo Padre ci invita ad entrare,”nel mistero della Famiglia di Nazaret, nella sua vita nascosta, feriale e comune, com’è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie; vita intessuta di serena pazienza nelle contrarietà, di rispetto per la condizione di ciascuno, di quell’umiltà che libera e fiorisce nel servizio; vita di fraternità, che sgorga dal sentirsi parte di un unico corpo”. Nella Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia con parole incisive sottolinea: “L’incarnazione del Verbo in una famiglia umana, a Nazaret, commuove con la sua novità la storia del mondo. Abbiamo bisogno di immergerci nel mistero della nascita di Gesù, nel sì di Maria all’annuncio dell’angelo, quando venne concepita la Parola nel suo seno; anche nel sì di Giuseppe, che ha dato il nome a Gesù e si fece carico di Maria; nella festa dei pastori al presepe; nell’adorazione dei Magi; nella fuga in Egitto, in cui Gesù partecipa al dolore del suo popolo esiliato, perseguitato e umiliato; nella religiosa attesa di Zaccaria e nella gioia che accompagna la nascita di Giovanni Battista; nella promessa compiuta per Simeone e Anna nel tempio; nell’ammirazione dei dottori della legge mentre ascoltano la saggezza di Gesù adolescente. E quindi penetrare nei trenta lunghi anni nei quali Gesù si guadagnò il pane lavorando con le sue mani, sussurrando le orazioni e la tradizione credente del suo popolo ed educandosi nella fede dei suoi padri, fino a farla fruttificare nel mistero del Regno. Questo è il mistero del Natale e il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia! È il mistero che tanto ha affascinato Francesco di Assisi, Teresa di Gesù Bambino e Charles de Foucauld, e al quale si dissetano anche le famiglie cristiane per rinnovare la loro speranza e la loro gioia (AL 65).

Veramente Betlemme e Nazaret ci illuminano sul significato e sul senso della famiglia, e “ogni famiglia è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo” (Francesco, Discorso del 3-10-2015). Il buio spesso ci sembra avanzare di fronte alle violenze perpetrate su donne e bambini tra le mura domestiche; di fronte alle stragi di bambini, anziani, malati nei territori di guerra – penso ad Aleppo –; di fronte alla piaga ignobile dei bambini soldato; di fronte all’orrore di crimini che toccano il cuore della famiglia e la sacralità della vita umana, penso al caso di Saronno; di fronte alla difficoltà del trovare un lavoro dignitoso o alla dolorosa delusione prodotta dalla soppressione di storiche realtà aziendali del nostro territorio; di fronte alla fatica della ricerca di una casa; di fronte alla senso di precarietà che ci sovrasta per il rischio idrogeologico tipico del nostro entroterra e per il terremoto del centro Italia; di fronte alla criminalità organizzata; di fronte al mercato degli esseri umani; di fronte a modi di pensare la sessualità e l’amore radicalmente distorti e non rispettosi della dignità della persona umana…e potremmo continuare; ripartiamo da Betlemme e da Nazaret! “Ogni famiglia è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo” (Francesco, c.s.)

Auspico e prego che la Nostra Chiesa Diocesana in questo Santo Natale 2016 sappia mettersi alla scuola della famiglia di Nazaret per ritrovare nei momenti di buio l’indole di una Chiesa che è madre, capace di generare alla vita e attenta a dare continuamente la vita, ad accompagnare con dedizione, tenerezza e forza morale ogni uomo. Sappia riconoscersi come Chiesa famiglia di famiglie e porsi con la prossimità e l’amore di un padre, che vive la responsabilità del custode, che protegge senza sostituirsi, che corregge senza umiliare, che educa con l’esempio e la pazienza. Sappia interpretarsi come una Chiesa di figli che si riconoscono fratelli dove nessuno è considerato soltanto come un peso, un problema, un costo, una preoccupazione o un rischio, perchè l’altro è sempre essenzialmente un dono. Questo sarà il Natale della Nostra Chiesa, Natale che sprigiona profumo di famiglia! Una Chiesa casa aperta, lontana da grandezze esteriori, accogliente nello stile sobrio dei suoi membri, accessibile alla speranza di pace che c’è dentro ogni uomo. Una Chiesa così, profumata di famiglia, può rischiarare davvero la notte degli uomini, compresi quanti, provati dalla vita, hanno il cuore ferito e sofferente. Una Chiesa così, profumata di famiglia, può serenamente indicare con credibilità il Salvatore dell’uomo e trasformare la notte buia del mondo nella Santa Notte che ogni cuore assetato di bellezza e di salvezza attende nel profondo.

A tutti l’invito ad andare spiritualmente in questi giorni santi, a Betlemme ed a Nazaret e ripartire da ciò che lì si può udire e vedere: la gioia d’amore di Gesù, Maria e Giuseppe; da ciò che lì si può respirare: il profumo di famiglia. Questo profumo di Betlemme e Nazaret pervada le vostre famiglie, le ringiovanisca e le riempia della presenza del Signore Gesù, Principe della Pace e Speranza del mondo.

Vi benedico con affetto,
Guglielmo Borghetti

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