Da varazze

Referendum, Bolla (Donnedamare): “No alla clausola di supremazia, balneari esempio dei danni della centralizzazione”

"Se il governo avesse voluto aiutarci avrebbe messo, approfittando dell'occasione della riforma costituzionale, una clausola che limita l'ingerenza dell'Europa"

bettina bolla

Varazze. Nel corso del convegno “La Liguria Dice No” organizzato dal Sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli ieri, a Varazze, insieme ad assessori e consiglieri regionali, è intervenuta anche il presidente di Donnedamare, Bettina Bolla, che ha esposto le ragioni del “no” dei balneari al Referendum Costituzionale.

“Innanzitutto – spiega Bolla – l’imminente riforma del settore che conterrà le evidenze pubbliche si baserà sulla politica industriale del turismo che apre le porte a multinazionali e capitali esteri, mettendo a rischio il lavoro di 30 mila famiglie italiane. Una riforma, che è la cartina di tornasole delle reali volontà del governo e che evidenzia, rimanendo in tema di referendum, quanto sia sbagliato introdurre la clausola di supremazia che garantirà al governo centrale la possibilità di gestire diversi settori e giocoforza di indebolire il ruolo delle regioni”.

“Noi siamo – continua Bolla – l’esempio lampante di quanto questo sia un errore. L’art 117 vigente della Costituzione dice che il demanio è un bene che appartiene allo Stato e pertanto la riforma del demanio è nelle mani del governo italiano che, nel nostro caso è inadempiente dal 2010, ha cambiato le leggi in corso d’opera, ha abrogato principi e diritti soggettivi facendoci piombare, già da 6 anni, nel vuoto normativo e nell’incertezza economica, cambiando continuamente i referenti politici”.

“Inoltre la revisione costituzionale, tessendo nuove fitte relazioni tra lo Stato e l’Unione Europea, attribuisce al Senato la funzione di raccordo tra Italia e Europa. Ad esso sarà affidata l’attuazione degli atti normativi e delle politiche europee e il controllo dell’impatto di queste ultime sui territori” aggiunge il presidente di Donnedamare.

“Cosa ancora più preoccupante è che il Senato, non elettivo, sarà formato dai consiglieri regionali, solo due per la regione Liguria e per l’Abruzzo, le regioni notoriamente dalla parte dei balneari, mentre alla nemica storica dei balneari, l’Emilia Romagna, verranno attribuiti 6 consiglieri regionali. Se il governo avesse veramente voluto aiutarci – conclude Bolla – avrebbe messo, approfittando dell’occasione della riforma costituzionale, una clausola che limita l’ingerenza dell’Europa, nel nostro paese, soprattutto quando sono in gioco fattori economici di grande rilevanza, come del resto avviene in Germania, che ha escluso le fonti di acque minerali dalla Bolkestein. D’altronde, si sa, l’applicazione della direttiva Bolkestein dipende dal livello di sovranità delle singole nazioni. La Spagna ha prorogato di 75 anni le concessioni e la Croazia ha ottenuto 99 anni di proroga, mentre all’Italia sono stati dati solo 5 anni”.

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