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Loano, una decina di profughi in arrivo al convento di Sant’Agostino

L'amministrazione del sindaco Luigi Pignocca si è subito attivata per cercare di ridurre al minimo l'impatto sulla città

Loano Convento Sant'Agostino

Loano. Sono poco meno di una decina i profughi che nei prossimi giorni arriveranno a Loano e che saranno accolti all’interno dell’ex convento di Sant’Agostino. La notizia non ha ancora i crismi dell’ufficialità, ma poco ci mancherebbe.

Si è quindi concretizzata la voce, che circolava da qualche settimana, dell’imminente arrivo di un certo numero di rifugiati sul territorio della città dei Doria. Inizialmente, i profughi dovevano trovare spazio in una struttura ricettiva della città, ma poi l’accordo tra i privati e le istituzioni che gestiscono l’accoglienza è sfumato.

E’ quindi subentrato l’ordine degli agostiniani, che ha messo a disposizione la struttura gestita dalla cooperativa Ceis e lasciata libera dalla diocesi. A Sant’Agostino, tra l’altro, alloggiano ancora due famiglie, che visto l’arrivo degli stranieri probabilmente dovranno trovare una nuova sistemazione.

Inevitabilmente, la notizia dell’arrivo dei profughi scatenerà le reazioni “indignate” di parte della cittadinanza loanese, che si accanirà contro i vertici di Palazzo Doria. E’ bene precisare, però, che un Comune poco o nulla può fare in questi casi: la gestione dell’accoglienza, infatti, è a capo delle Prefettura, che smista i profughi nelle città nelle quali c’è disponibilità di posti. Questa disponibilità può arrivare dalle amministrazioni comunali (che mettono a disposizione immobili di loro proprietà idonei allo scopo) o dai privati (che concedono l’utilizzo di strutture ricettive o perfino di appartamenti).

Al di là della volontà politica, il Comune di Loano non ha strutture di sua proprietà nelle quali ospitare profughi e perciò non ha mai dato disponibilità alla Prefettura in ambito di accoglienza. Il Sant’Agostino, invece, è di proprietà di privati ed è gestito da una cooperativa: l’accordo con la Prefettura, quindi, si è concretizzato senza che il Comune potesse in alcun modo opporsi. Il sindaco e la giunta hanno solo potuto “prendere atto” di quanto stava accadendo.

Pur non avendo diritto ad alcun tipo di “ingerenza” in merito a questo tipo di operazioni, l’amministrazione del sindaco Luigi Pignocca si è subito attivata: domani il sindaco e la sua giunta incontreranno i responsabili di Ceis, ai quali potrebbero essere chieste garanzie ben precise, così come avvenuto in altre località in cui sono arrivati profughi.

Ad esempio, il Comune di Loano potrebbe chiedere che ad arrivare a Loano siano famiglie con bambini e giovani. Inoltre, i profughi non dovrebbero essere “di primo sbarco”, ma dovranno avere già stati ospitati in altri centri d’accoglienza: questo al fine di minimizzare le conseguenze dovute all’impatto sulla comunità loanese. Infine, il Comune potrebbe chiedere alla Ceis di avere facoltà di utilizzare i profughi per lavori socialmente utili, come piccoli interventi di manutenzione.

Al di là delle ipotesi, l’obiettivo dell’amministrazione loanese (che non disponendo di strutture pubbliche libere sul territorio cittadino finora non ha mai accolto alcun profugo, al di là dell’eventuale disponibilità del sindaco) è quello “avere il minor danno possibile”, cioè di contenere gli eventuali possibili disagi per la cittadinanza e contemporaneamente garantire un’accoglienza adeguata ai profughi che arriveranno.

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