Nuovo capitolo

E’ guerra tra residenti di San Bernardo e Comune: in arrivo un’ordinanza per imporre ai privati di ripristinare l’argine

I residenti chiedevano la messa in sicurezza e palazzo Sisto ha risposto imponendogli di provvedere a loro spese, ma i cittadini replicano: "La competenza non è nostra"

Savona. La querelle sulla situazione dell’argine del Letimbro nella zona di località San Bernardo in Valle, nella frazione Santuario di Savona, non accenna a fermarsi. Il botta e risposta tra i residenti dei civici dal 122 al 132, quelli delle palazzine che affacciano sul torrente e che sono minacciate dal torrente, e il Comune di Savona si è infatti arricchito di un nuovo capitolo.

L’amministrazione comunale ha infatti risposto alla richiesta di un intervento di messa in sicurezza sull’argine eroso dall’acqua annunciando l’emissione di un’ordinanza sindacale “a tutela della pubblica incolumità” che imporrà ai privati di mettere mano al portafoglio per eseguire gli interventi di ripristino.

Pensare che erano stati proprio i residenti dei civici dal 122 al 132, dopo la violenta ondata di maltempo del 24 novembre scorso, a sollecitare un sopralluogo ed un intervento di messa in sicurezza da parte del Comune per rimediare ai danni ingenti causati dalla piena del Letimbro. Un’opera di erosione che è stata più volte segnalata da ben nove anni e documentata con materiale fotografico.

Secondo gli abitanti dei civici dal 122 al 132 la competenza dell’intervento di manutenzione è del Comune come prevede una norma specifica, l’articolo 10 del Regio decreto 25.07.1904 numero 523, che riguarda le “Opere idrauliche della quinta categoria”, ovvero “le opere che provvedono specialmente alla difesa dell’abitato di città, di villaggi e di borgate contro le corrosioni di un corso d’acqua e contro le frane”.

Nell’articolo in questione si precisa che “esse si eseguono e si mantengono a cura del comune, col concorso nella spesa e in ragione del rispettivo vantaggio da parte dei proprietari e possessori interessati secondo un ruolo di riparto da approvarsi e rendersi esecutivo dal prefetto e da porsi in riscossione con i privilegi fiscali”.

Un’interpretazione della norma completamente sbagliata per l’amministrazione comunale secondo cui “trattandosi di murature d’argine tra le proprietà private e il Demanio fluviale, sono i proprietari che devono intervenire in proprio”. Alcuni abitanti però fanno notare che l’argine una volta non confinava con i muri delle loro proprietà (come testimonia la foto): “Abbiamo assistito ad una costante erosione. Fino a qualche anno fa l’argine era a diversi metri dall’attuale posizione. E’ certo che ora ‘confina’ con le nostre case, ma il Comune non può appigliarsi a questo perché non corrisponde alla situazione originaria”.

San Bernardo argine eroso

Proprio per questo motivo, dopo il sopralluogo effettuato in settimana dai tecnici comunali (che, ironia della sorte, i residenti di San Bernardo avevano interpretato come un segnale di interessamento), alla luce dell’urgenza di intervenire per ragioni di sicurezza, il dirigente del settore qualità e dotazioni urbane del Comune di Savona, l’ingegner Marco Delfino, ha comunicato l’imminente emissione dell’ordinanza.

Un provvedimento che – ai sensi dell’articolo 12 comma 3 del R.D. 523/1904 – obbligherà appunto i privati ad intervenire al ripristino dei muri e delle tubazioni fognarie, originariamente interrate, che ora risultano completamente scoperchiate.

Una decisione che ha lasciato interdetti i residenti di San Bernardo che, come denunciato nell’esposto presentato in Procura lunedì scorso, ritengono che possano esserci delle responsabilità da parte dell’amministrazione comunale nel danneggiamento dell’argine. Ai magistrati infatti è stato chiesto “di valutare se i crolli subiti non configurino l’ipotesi prevista dall’art 434 del codice penale (crollo e disastro doloso) e non siano frutto di una colpa derivante da negligenza, imprudenza e imperizia ovvero da inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline”.

Gli abitanti delle case interessate dal danneggiamento dell’argine non vogliono farsi carico dell’intervento da soli e non sono confortati dalla segnalazione dell’ingegner Delfino che gli ricorda la possibilità di “richiedere il risarcimento danni subiti a seguito dell’evento alluvionale alla Regione Liguria”.

Nei prossimi giorni i residenti dei civici dal 122 al 132 valuteranno la possibilità di formare un comitato, ma anche di rivolgersi nuovamente alla magistratura per accertare se si configuri qualche abuso o violazione nella condotta di palazzo Sisto.

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