Ripensamento

Albenga, Forza Italia: “Il Comune dedichi la via del polo scolastico a monsignor Piazza anziché a Levi Montalcini”

"Rita Levi Montalcini era convintamente atea ed era favorevole ad eutanasia, manipolazione genetica e aborto"

Rita Levi Montalcini

Albenga. “Il sindaco Cangiano dedichi la via del polo scolastico a monsignor Alessandro Piazza anziché a Rita Levi Montalcini”. E’ questa la richiesta-proposta formulata al primo cittadino di Albenga dai consiglieri comunali di minoranza di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e Ginetta Perrone.

Come noto, l’amministrazione Cangiano ha deciso di dedicare una via alla scienziata premio Nobel per la medicina nel 1986 per ricordare “non solo la sua instancabile attività in favore della scienza, ma anche la donna che, fino agli ultimi giorni della sua vita, ha continuato la sua opera instancabile a favore della ricerca, per le pari opportunità”. La via che porterà il suo nome è situata nell’area posta tra via Torino sul lato a monte e via Milano sul lato mare, strada che decongestiona il traffico in prossimità del polo scolastico diocesano.

Secondo Ciangherotti e Perrone, però, “appare quantomeno strana e almeno un po’ curiosa l’iniziativa del Comune di Albenga di dedicare a Rita Levi Montalcini una nuova via, realizzata parzialmente su terreno di proprietà diocesana, con partecipazione della diocesi di Albenga-Imperia e servente principalmente il polo scolastico diocesano”.

“Sembra fatto apposta in quanto Rita Levi Montalcini era convintamente atea e si domandava pubblicamente: ‘Non so che cosa si intenda per credere in Dio’. Per carità, massimo rispetto per i personali convincimenti e grande ammirazione per la scienziata italiana, ma forse quella via riveste per Albenga un significato particolare e, a nostro parere, andrebbe dedicata piuttosto a chi, con sacrificio, lungimiranza e autentico spirito di servizio, ha concepito l’idea di dare vita ad una scuola cattolica diocesana, che rappresenta per Albenga una risorsa di offerta formativa, un’eccellenza didattica, un servizio di supporto a molte famiglie e, elemento non trascurabile, un serbatoio occupazionale. Quella persona è Mons. Alessandro Piazza, vescovo inganno dal 1965 al 1990, illustre biblista e fulgido esempio di pastore buono e generoso”.

“La strada costituisce per più di 400 alunni l’accesso quotidiano ad una scuola dove, come servizio pubblico, si seguono i programmi ministeriali nella prospettiva della tradizione cattolica, patrimonio imprescindibile della storia e della cultura italica, imprescindibile chiave per decifrare la nostra cultura e palestra di educazione ad alti valori morali e civili”.

Proseguono i due esponenti forzisti: “Le famiglie, prive o quasi di supporto statale, si sacrificano per garantire ai propri figli un determinato tipo di formazione rispondente alle loro convinzioni etiche e religiose esercitando così un sacrosanto dovere/diritto senza nessun sostengo da parte dello stato che sancisce il principio sulla carta, ma non lo applica nelle politiche familiari (si tenga conto del risparmio consistente per lo stato in considerazione del numero complessivo degli studenti in istituti paritari), quelle famiglie, in barba ai loro convincimenti, troveranno all’imbocco della via un richiamo ad una pur illustre scienziata, che, ad esempio, si dichiarava favorevole ad eutanasia, manipolazione genetica e aborto, come si può evincere da un breve giro in internet: il 25 novembre 2009 all’Università Bicocca di Milano esaltò la pillo abortiva RU486 per ‘aver dato risultati straordinari’; e commentava: ‘Penso molto bene di questo farmaco. Conosco colui che lo ha scoperto, è venuto da me e posso dire che i risultati sono straordinari’. Per lei l’embrione era ‘un ammasso di poche cellule privo della linea cerebrale che da la possibilità di vita umana’, e qui si potrebbe aprire anche un confronto sulle competenze scientifiche…”

“Lasciando da parte il pensiero del Nobel Montalcini, qualche domanda sorge spontanea circa le vere intenzioni del Comune di Albenga: perché non rispettare democraticamente l’impegno della diocesi e la sensibilità degli utenti, alunni e genitori? Dove va a finire il tanto conclamato pluralismo? Perché un simile rigurgito di pensiero unico?”

“Auspichiamo che il Comune, che è di tutti, si decida finalmente a dedicare quella via a monsignor Piazza, come esistono altre vie dedicate a vescovi precedenti (ad esempio monsignor Cambiaso) da amministrazioni certamente non confessionali, ma più intelligenti e soprattutto rispettose delle idee di tutti e capaci di riconoscere il bene indipendentemente dalla bandiera di chi lo compie”, concludono Ciangherotti e Perrone.

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