Savona. “Quale progetto ha il Comune di Savona in ambito culturale? Si vuole valorizzare la cultura come mezzo di sviluppo del turismo? Si vuole puntare su un sistema culturale accessibile, inclusivo che sia anche strumento di welfare? Quali sono gli attori del panorama culturale su cui il Comune intende puntare nei prossimi cinque anni? Con quali obiettivi?”. Un autentico fuoco di fila di domande, quello che Cristina Battaglia rivolge al sindaco Ilaria Caprioglio dopo le polemiche sugli ormai famigerati “tagli alla cultura” decisi dalla giunta di centrodestra.
L’ex candidata sindaco del Pd mette sotto accusa le giustificazioni addotte da Caprioglio nel presentare il piano di riorganizzazione dei musei cittadini, un piano che punta prima di tutto a contenere i costi a discapito degli orari di apertura. Il sindaco ha spiegato come il “giro di vite” (che ha portato addirittura alla temporanea chiusura del Museo Archeologico) sia stato reso necessario dalla carenza di risorse, incolpando quindi di fatto la precedente giunta targata Pd.
Battaglia però non ci sta: “Sia chiaro, non è che improvvisamente il bilancio del Comune di Savona è azzerato. Continuiamo a parlare di un Comune capoluogo di Provincia, che ha risorse, e che ha una solida e importante tradizione culturale. E se le risorse sono meno (non zero ma meno) diventa ancor più necessario fare una programmazione efficace definendo obiettivi, azioni e strumenti anche perché questo è l’unico modo per provare a reperire risorse aggiuntive (sponsor privati, finanziamenti regionali, sempre che la Regione si ricordi ancora che Savona è in Liguria, ed europei)”.
“La Caprioglio parla, nel suo intervento, di sperperi. Benissimo: ci dica chiaramente quali sono stati gli sperperi nel settore culturale – attacca Battaglia – Il Museo Archeologico è stato uno sperpero? L’Accademia Ferrato Cilea è stato uno sperpero? L’Orchestra sinfonica? O che altro? E ci dica chiaramente quante risorse intende investire nei prossimi anni in questo ambito e per far cosa”.
“Se c’è una cosa che appare sempre più chiara, nel settore della cultura, ma anche del sociale, del commercio, del turismo, dello sport, ecc. è che il continuo richiamo alla Corte dei Conti per giustificare la politica dei tagli orizzontali rappresenta l’alibi perfetto per nascondere la totale e pneumatica assenza di idee – accusa Battaglia – Prova ne è che il famoso piano di riequilibrio decennale rimane, ad oggi, un mistero e che, ci potete scommettere, ci verrà presentato come un documento prettamente finanziario senza essere accompagnato da elementi che ci consentano di comprendere quali siano le scelte politiche nei diversi ambiti”.
La chiusura è durissima: “Ma ci rendiamo conto che dietro le dichiarazioni di questi giorni non c’è uno straccio di idea? Di prospettiva? Fino a poco tempo fa pensavamo che l’assenza di scelte fosse dettata dalla volontà di non assumersi responsabilità. Ma la ragione è un’altra e si chiama inadeguatezza”.
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