Sì o no?

Renzi annuncia: “Nessuna nuova tassa finchè sarò premier”. Ma Savona potrebbe fare eccezione

Il Comune capoluogo ha deliberato l'introduzione della tassa di soggiorno da gennaio, e avendo dichiarato il pre-dissesto potrebbe aggirare lo "stop" renziano

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Savona. “Nessuna nuova tassa finché sarò premier”. Un annuncio, quello di Matteo Renzi, che farà certamente felici molti italiani, con qualche eccezione: e tra queste ci saranno, con tutta probabilità, anche i savonesi. Il Comune di Savona infatti potrebbe essere tra i pochi “autorizzati” ad introdurre comunque nuove gabelle nel 2017 nonostante il “blocco” voluto dal premier.

In realtà non ci sono al momento certezze, in un senso o nell’altro: per capire di più bisogna attendere di leggere nel dettaglio cosa prevederà la manovra finanziaria 2017. Tuttavia ieri Renzi, commentando l’emendamento che prevederebbe una cedolare secca al 21% per le “strutture extralberghiere gestite da privati e/o intermediari online” (volgarmente chiamato “norma Airbnb”), si è lasciato andare su Twitter ad una promessa: “Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti”.

Un annuncio deciso, che lascia presupporre quindi l’adozione di una simile linea di condotta anche in altri settori: ad esempio il divieto per le istituzioni locali di introdurre nuove tasse, già attivo, dovrebbe essere confermato anche per il 2017. E, sulla carta, questo dovrebbe stroncare sul nascere progetti come quello, di cui si discute in molti comuni savonesi, dell’introduzione di una tassa di soggiorno per i turisti.

Tra coloro che l’hanno valutata c’è proprio il Comune di Savona, che alla fine ha deciso di includerla nel nuovo Piano di Riequilibrio del Comune, presentato da poco: dal 1 gennaio 2017 infatti è prevista l’introduzione di una tassa di soggiorno di 2 euro a persona per i turisti che alloggiano negli hotel savonesi. Un balzello che dovrebbe garantire alle asfittiche casse comunali 270.00 euro l’anno, e che insieme agli altri si rivelerebbe prezioso (o almeno si spera) per risanare un bilancio da “profondo rosso”.

Ma se il Premier bloccherà ancora l’introduzione di nuove tasse comunali, la decisione del Comune di Savona è destinata dunque a restare “carta straccia”? Non è detto. Di norma, infatti, i Comuni che hanno dichiarato il pre-dissesto (come quello savonese) sono liberi di aumentare e/o creare tributi. In che modo andrà a finire, come detto, ad oggi non è dato saperlo con certezza: non resta che attendere che la Finanziaria sia completamente definita.

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