Il retroscena

Liste d’attesa “pilotate” all’Asl, un’indagata aveva mire anche sull’ospedale di Albenga

Nei guai sono finiti anche Gabriela Viorica Ristea che è rappresentante del Nuovo centro diagnostico andorese, il marito Gianluca Panunzio

finanza albenga

Albenga. Nell’inchiesta sulle “liste pilotate” della guardia di finanza, tra gli indagati, spunta il nome di Massimiliana De Ferrari Terzi rappresentante legale del Centro Hesperia di Bordighera. Il suo nome non è del tutto sconosciuto: De Ferrari Terzi, originaria di Borgo Di Terzo, in provincia di Bergamo, detiene il 10 % della Lhss Srl, società che ha presentato un’offerta per gestire il reparto di ortopedia privata dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga. Indagato anche suo figlio Giuseppe Fellegara, socio del centro di Bordighera.

In occasione dell’apertura delle buste contenenti le sei offerte presentate,  il mese scorso, si era assistito anche ad un “giallo”:  l’avvocato che rappresenta gli interessi della società e il presidente del Cda della stessa azienda avevano interrotto i lavori chiedendo di poter fare una dichiarazione.

Davanti ai membri della commissione, il legale aveva dichiarato che “oggi un parente di uno dei soci della società ha ricevuto via Whatsapp un messaggio di minacce in ordine alla partecipazione della Lhss srl alla gara”.

E non è mancato un colpo di scena: la domanda presentata è stata protocollata alle 11.56 del 22 settembre: il bando scadeva 4 minuti dopo e cioè a mezzogiorno in punto.

L’avvocato Orazio Savia aveva chiesto ai membri della commissione se i nomi dei partecipanti fossero stati diffusi prima dell’apertura delle buste e questi avevano dato risposta negativa, nel pieno rispetto di quelle che sono le prescrizioni in ambito di appalti pubblici. E in quella occasione l’avvocato aveva annunciato l’intenzione di rivolgersi alle forze dell’ordine e alla magistratura presentando denuncia. Tra l’altro, a tutt’oggi, ancora non si conosce il nome del vincitore del bando di gara per l’ortopedia dell’ospedale albengaese.

Ieri il nome di Massimiliana Terzi risulta tra i dieci indagati  denominata “Stai senza pensieri” che coinvolge anche i titolari di centri diagnostici esterni convenzionati con l’azienda sanitaria imperiese. In sostanza, secondo l’accusa, era stato creato un centro di prenotazioni parallelo a quello ufficiale scoperto dalle fiamme gialle coordinate dal maggiore Roberta Masci e dal tenente Gianluca Savoia. E per chi è finito nel mirino della Procura imperiese i reati contestati sono decisamente pesanti: truffa ai danni dello Stato, ma anche corruzione, abuso d’ufficio e peculato.

Nei guai sono finiti anche Gabriela Viorica Ristea che è rappresentante del Nuovo centro diagnostico andorese, il marito Gianluca Panunzio medico ortopedico del Nuovo centro diagnostico andorese (i due gestiscono anche un centro a Sanremo). A difenderli è l’avvocato Antonio Marino. La coppia gestisce il centro andorese dopo essere subentrata alla famiglia Morizio. L’allora sindaco Franco Floris, negli accordi sulla convenzione con l’Asl, aveva preteso che venisse inserita la possibilità di offrire agli andoresi anche un ambulatorio per l’esame del sangue. Concessione accordata durante la fase dell’accreditamento alla famiglia Morizio. Poi, negli anni ultimi anni, c’è stato un cambio di gestione e la titolarità del centro è passata nelle mani dei coniugi Panunzio-Ristea.

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