Savona. Il gip Fiorenza Giorgi ha interrogato questa mattina Cristian Fragetta, 32 anni, il ponteggiatore, già indagato per la vicenda del crollo dell’impalcatura in via Nizza del marzo scorso, finito in carcere venerdì scorso per aver violato la misura cautelare della sospensione per due mesi dall’attività lavorativa.
Secondo quanto trapelato, davanti al giudice, Fragetta avrebbe fatto qualche ammissione circa l’aver continuato a portare avanti l’attività lavorativa, ma avrebbe spiegato di averlo fatto per necessità. Al termine dell’audizione i suoi difensori, gli avvocati Mario Iavicoli e Mario Sormini, hanno presentato un’istanza di revoca della misura cautelare sulla quale il giudice si è riservato di decidere (per ora quindi il trentaduenne tornerà in carcere).
Fragetta era stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Savona che lo avevano portato nel carcere di Genova Marassi su richiesta del pm Giovanni Battista Ferro (il provvedimento era stato firmato dal gip Fiorenza Giorgi che aveva emesso l’ordinanza di sostituzione della misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività di imprenditore con quella della custodia in carcere).
Fragetta era stato colpito dalla sospensione dal lavoro nell’ambito dell’inchiesta per lesioni colposo gravissime aperta dopo il terribile infortunio che aveva coinvolto l’operaio egiziano Salem Zaky. L’uomo era precipitato dall’altezza del quinto piano dopo che il ponteggio, installato dalla ditta di Fragetta, sul quale lavorava era crollato (inizialmente era rimasto sospeso nel vuoto, appeso ad uno degli ancoraggi di metallo dell’impalcatura, ma poi, esausto, aveva mollato la presa).
Per l’incidente il pm Ferro ha indagato cinque persone, tra cui appunto Fragetta, che erano state tutte colpite nell’agosto scorso dal divieto di esercizio della professione. Dalle indagini dei carabinieri della stazione di Savona, svolte con la preziosa collaborazione dello P.S.A.L. dell’Asl 2 Liguria, era emerso però che, in questi mesi, Fragetta aveva continuato ad esercitare la sua attività. In particolare avrebbe costituito una ditta individuale, intestata ad un suo familiare, per poter portare avanti l’impresa di ponteggi.
Secondo l’accusa insomma Fragetta sarebbe stato l’unico e indiscusso gestore dell’attività violando quindi la misura del gip (secondo gli inquirenti “è emerso un gravissimo quadro di prepotenti violazioni”). Tra l’altro dopo diverse perquisizioni a Savona, Arenzano e Genova, negli uffici e nella casa di Fragetta, sarebbero emerse – spiegano i carabinieri – ”ulteriori prove dell’attività compiuta”.