Under 19

Football americano, l’avventura stagionale della West Coast Academy è terminata

Le vittorie non sono arrivate, ma l'esperienza ha contribuito alla crescita tecnica ed umana dei ragazzi

West Coast Academy
Foto d'archivio

Albisola Superiore. I ragazzi della West Coast Academy chiudono il loro campionato Fidaf Under 19 senza riuscire ad ottenere nemmeno una vittoria.

L’ultimo match che si sarebbe dovuto giocare sabato 26 novembre a Torino, contro i Giaguari, non si è disputato a causa delle numerose defezioni dei ragazzi liguri, che non avrebbero raggiunto il numero legale minimo per affrontare la trasferta in terra piemontese. Un brutto epilogo che vede così la sconfitta a tavolino dei ragazzi della Academy per 8-0. Analizzando i freddi numeri del campionato appena concluso sembrerebbe un esperienza fallimentare, invece le cose sono molto diverse.

Un aspetto positivo è stata la crescita dei ragazzi, sia tecnica che umana. Essere inseriti in un girone con le squadre tra le più forti in Italia e giocarci contro al primo anno di esperienza, ti forma sia tecnicamente che caratterialmente. I ragazzi hanno imparato in fretta a rialzarsi dopo le sconfitte, tutte nel punteggio accettabile dei 30 punti di media subiti.

Le uniche note dolenti sono dovute ai numerosi infortuni, fortunatamente non gravi da pregiudicare la salute dei ragazzi, ma con il susseguirsi delle partite che non hanno dato spazio ai tempi di recupero necessari per un roster ridotto come quello della WCA, è stato un problema in più che lo staff ha dovuto affrontare. Giocare sempre in emergenza non è mai la situazione migliore per affrontare le partite con la dovuta serenità.

I ragazzi sono stati encomiabili – dichiara Alice Menaballi, head coach della West Coast Academy –. Un gruppo coeso che non si è mai arreso o disunito, sia durante le partite che per tutta la durata del campionato. Questo è l’obiettivo che abbiamo raggiunto. Rendere un gruppo di ragazzi una squadra. E devo dire che tutto lo staff tecnico, che ringrazio per l’impegno e la passione messa, ha contribuito in maniera determinante per raggiungerlo. Tecnicamente siamo ancora acerbi. Abbiamo alcune buone individualità, ma necessariamente avevamo bisogno di più tempo per poter sviluppare un gioco più redditizio sia per guadagni di yards che per punteggio. Tenendo presente che abbiamo iniziato il campionato senza il qb titolare, in USA a fare esperienza e con l’infortunio del secondo qb, con la linea di attacco tutta composta da rookies, come quasi tutta la squadra, abbiamo fatto miracoli“.

“Qualche gioco è riuscito – prosegue -, ma contro difese strutturate sia fisicamente che tecnicamente, obiettivamente non si poteva fare di più. Dalla nostra difesa sono venute le cose migliori, sia come intensità che come qualità di gioco espressa, ma sono stati tutti i nostri ragazzi che hanno reso al di sopra delle loro possibilità, dando sempre quel qualcosa in più. Questo aspetto ci ha reso orgogliosi di loro. Direi che, nonostante le sconfitte subite, reputo questa esperienza più che positiva e credo che il progetto di unire le forze per creare quel vivaio necessario alle prime squadre, sia vincente oltre che formativa, sia per i ragazzi che per lo staff”.

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