Posizione alternativa

Autovelox Albenga, Ciangherotti: “Alzare il limite è pericoloso, ma come deterrente basterebbero delle pattuglie” fotogallery

Il consigliere comunale e provinciale lancia la sua proposta: "Due postazioni fisse a distanza di poche decine di metri e poco 'visibili' rappresentano un ottimo sistema per fare cassa"

autovelox
Foto d'archivio

Albenga. Polemica sugli autovelox tra Albenga e Villanova: dopo l’incontro tra il sindaco Giorgio Cangiano e i cittadini è il consigliere provinciale Eraldo Ciangherotti ad intervenire su una delle discussioni più calde degli ultimi giorni per fare alcune precisazioni e dire la sua. In sintesi, il consigliere provinciale di minoranza ritiene che alzare il limite in quella tratta da 50 a 70 chilomentri orari sarebbe pericoloso, ma concorda sul fatto che i velox installati da Palazzo Nervi più che un deterrente per far andare piano gli automobilisti siano un modo per fare cassa.

“Ho invitato i sindaci di Albenga, Garlenda e Villanova d’Albenga ad un incontro comprensoriale per verificare la reale condizione di ‘impossibilità al fermo dei veicoli in condizioni di sicurezza’ per gli autovelox sistemati sulla provinciale sp6. Questa mattina, in Provincia di Savona, all’ufficio viabilità, ho finalmente ricevuto una relazione dettagliata che avevo sollecitato circa tre settimane fa e che intendo condividere con i Sindaci per valutare eventuali azioni politiche di comune accordo” spiega Ciangherotti.

“È bene chiarire subito, però, che, in merito al posizionamento degli autovelox sulla SP6 nel tratto albenganese, San fedele-Lusignano, la Provincia di Savona ha dovuto semplicemente attuare un decreto del Prefetto di Savona, il n° 24446 del 14/09/2012, che individuava alcune tratte di strade, fra cui la porzione della S.P. 6 dal km 1+500 al km 5+800, particolarmente pericolose in quanto soggette ad alta incidentalità. Tale decreto era nato su diretto impulso della Prefettura, senza alcuna richiesta da parte di questa Provincia, in ordine a problemi legati alla grave incidentalità del tratto interessato. Su detto tratto, secondo le indicazioni della Prefettura, risulta, infatti, impossibile il fermo dei veicoli in condizioni di sicurezza, secondo il sopralluogo e le indicazioni determinate dall’Osservatorio per la sicurezza Stradale. Pertanto su di esso si possono installare sistemi di rilevazione in remoto della velocità” precisa il consigliere provinciale di minoranza.

“Dagli archivi dell’epoca, è emerso che, nell’anno 1999, a seguito di numerosi incidenti gravi di cui uno mortale avvenuto al km 3+200 e quindi nel tratto compreso fra gli attuali autovelox, la Provincia di Savona, in sinergia con l’allora Comune di Albenga, aveva messo in opera un piano per la sicurezza stradale che prevedeva oltre ad opere anche accorgimenti straordinari finalizzati a moderare la velocità fra cui l’apposizione di nuova segnaletica lampeggiante e imposizione del limite dei 50 km/h, a tutela della pubblica incolumità. Malgrado ciò gli incidenti continuavano ad avvenire, tanto da indurre il Prefetto ad emettere il decreto suddetto” prosegue Ciangherotti.

“Nel quadriennio 2010-2013, come risulta dai dati ISTAT nel tratto in questione si sono verificati 51 incidenti, con 73 feriti ed un deceduto. Nel triennio successivo, malgrado i dati non siano ancora disponibili su ISTAT, il tratto in questione, viene considerato dalla Polizia Stradale ancora un tratto soggetto ad ‘alta incidentalità’, tant’è vero che nell’estate nel 2015, a ridosso del km 2+000 e quindi nelle vicinanze dell’apparecchio autovelox, si è verificato nuovamente un incidente mortale. Quindi il limite dei 50 KM/h, per i motivi di grave ed alta incidentalità del tratto, secondo la relazione dei funzionari responsabili della viabilità, è stato mantenuto a tutela della pubblica incolumità. Infatti dopo l’installazione degli strumenti di rilevazione non è pervenuta all’Amministrazione provinciale alcuna segnalazione di incidente” aggiunge Ciangherotti.

“Inoltre sul tratto di strada in questione, seppure esterno al centro abitato, insistono numerosi accessi di capannoni industriali, accessi agricoli per fondi produttivi, abitazioni sparse, depositi edili e commerciali di vario genere, che generano un continuo flusso di mezzi in uscita ed entrata che procurano criticità alla viabilità. Considerato – prosegue Ciangherotti – che la distanza di arresto dei veicoli a 50 km all’ora, tenuto conto della reazione media di un secondo per autisti attenti e quindi in condizioni ottimali, risulta di oltre 50 mt e che tale distanza aumenta in modo esponenziale rispetto all’aumento della velocità, vista la complessità geometrica della strada e la presenza di numerosi accessi laterali, si ritiene molto pericoloso, l’innalzamento del limite di velocità attuale, anche in considerazione che la strada è percorsa da utenti anche meno esperti ed attenti. Inoltre, visto che l’arteria è percorsa anche da numerosi autocarri ed autotreni, l’innalzamento del limite di velocità genererebbe un ulteriore pericolo, poiché la distanza di arresto di tali mezzi risulta molto più elevata”.

“A me pare ci siano degli slarghi sufficienti in cui potrebbe mettersi la pattuglia della provinciale (es in prossimità del Sogegross o più oltre in prossimità dei capannoni di Graneroflor). Insomma, se il Prefetto, attraverso la Provincia, vuole effettivamente tutelare la sicurezza della viabilità – e non fare solo cassa – potrebbe mandare delle pattuglie, magari anche dotate di autovelox, per sanzionare i trasgressori. La presenza degli agenti è già un forte deterrente e, quand’anche non continuativa e costante, raggiunge l’obiettivo del rispetto dei limiti. Due postazioni fisse a distanza di poche decine di metri e poco ‘visibili’ al conducente, più che costituire un deterrente per i potenziali trasgressori, rappresenta un ottimo sistema per fare cassa” conclude Ciangherotti.

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