Albenga. Erano agli arresti domiciliari dal 18 luglio scorso con l’accusa di essere intestatari fittizi di quote societarie e di aver favorito un’organizzazione criminale di stampo mafioso (‘ndrangheta ndr). Ora Roberto Orlando e Rita Fazzari, titolari della società Samoter con sede ad Albenga, ma sono anche proprietari di una cava estrattiva a Borghetto Santo Spirito, sono tornati in libertá.
Decisiva nella scelta del giudice l’iniziativa del nuovo legale dei coniugi, l’avvocato Antonio Marino del foro di Roma, di richiedere e poi convincere il pm ad interrogarli.
Entrambi hanno chiarito i fatti addebitati e ora affronteranno da uomini liberi il processo che li attende a Reggio Calabria nel 2017. L’inchiesta è di altissima portata e coinvolge almeno altri trenta indagati: avrebbe svelato il tentativo di una organizzazione di mettere le mani sugli appalti del Terzo Valico, creando, è il sospetto degli inquirenti un comitato “Sì Tav”. Ma le successive indagini non avrebbero rilevato la presenza delle ditte di ‘ndrangheta nei cantieri Cociv.
Se il Terzo Valico stentava a decollare, l’organizzazione si consolava con gli appalti a Genova. L’inchiesta della Procura antimafia di Reggio Calabria e le indagini dell’ufficio Dia di Genova, guidato dal colonnello Sandro Sandulli, ha sollevato un coperchio che ancora mancava della ‘ndrangheta in Liguria. Ma nel frattempo, a quattro mesi di distanza, Orlando e Fazzari sono tornati in libertá e attendono la prima udienza del processo.