Serie d

Andrea Anselmo, il Gareth Bale del Finalerisultati

Il “pendolino” di mister Buttu, in fascia sinistra, sa essere incontenibile come il gallese, con dribbling, doppi passi, e cross pennellati, completati da un gran tiro

Andrea Anselmo

Finale Ligure. Il Finale, battendo (3-2) la Fezzanese, nel dodicesimo turno del campionato di Serie D, ha brindato, dopo quattro pareggi ed una sconfitta, al primo successo casalingo. Decisiva è stata la rete di Andrea Anselmo, il “pendolino” della fascia sinistra della squadra di mister Buttu, che assomiglia nelle movenze e nella corsa a Gareth Bale.

Anselmo, come l’asso gallese del Real Madrid, spesso e volentieri, in fascia è inarrestabile, incontenibile… con dribbling, doppi passi, cross pennellati e gran tiro… davvero un ottimo giocatore.

“Mister Buttu mi utilizza su tutta la fascia, dove, nel 4-4-2 o nel 4-3-3, gioco indifferentemente esterno basso e/o alto. In qualche circostanza, anche come interno  sinistro di centrocampo… ad esempio, nella gara con la Fezzanese, ho realizzato il goal vincente, proprio giocando in quest’ultima posizione”.

Hai risposto positivamente alle sollecitazioni del mister, che ti chiede di cercare la rete con insistenza e maggior determinazione…

“Il mister, bonariamente, mi dice che sono un giocatore che segna solo quando vinciamo con più di un goal di scarto… gli ho dimostrato che so anche fare le reti che contano”… risponde sorridendo.

Il Finale ha vinto ben quattro volte fuori casa e una sola al ‘Borel’, come spieghi questo strano rendimento?

Tra le mura amiche, spesso incontriamo qualche difficoltà di troppo, dovuta al fatto che parecchie compagini chiudono tutti gli spazi e si preoccupano solo di impedirci di giocare, mentre in trasferta, disponendo di maggiori spazi, diventiamo micidiali. Peraltro, in casa, in qualche occasione, non siamo stati fortunati”.

Andrea Anselmo, classe ’93, è cresciuto nel settore giovanile dell’Arenzano, poi ha giocato negli Allievi Nazionali del Genoa, dove – come compagno di reparto – duettava con Stefano Sturaro, ora alla Juventus. Si è quindi fatto tre anni di Serie D, fra Borgorosso (allenato dall’ex genoano Manetti) e Castelfranco Emilia (in provincia di Modena), mentre da due anni gioca col Finale, con la cui casacca ha trionfalmente vinto, lo scorso anno, il campionato di Eccellenza.

Quali differenze hai trovato, a distanza di anni, sui campi della Serie D?

In Emilia il girone era tosto, molte erano le squadre competitive, composte da tanti ex professionisti… Fra gli altri, ho giocato contro l’ex centravanti della Sampdoria, Fabio Bazzani. Ero giovane, ma è stata una bella esperienza, che ricordo sempre con piacere. Quest’anno il girone ligure/toscano è di buon livello, direi molto equilibrato e l‘esito di ogni partita non è mai scontato”.

Siete, al momento nella parte sinistra della graduatoria, ma sul vostro cammino stanno per arrivare squadre di alto livello…

“Ci godiamo il momento, ma – allo tempo stesso – siamo pronti a tirare fuori tutte le forze a disposizione… a partire dal derby col Savona e a seguire, le partite con Montecatini, Sanremese (ndr, nel turno infrasettimanale) e Gavorrano”.

Quale è il segreto dell’eccellente torneo sin qui disputato?

“Mister Buttu è il nostro valore aggiunto… sa lavorare bene con i giovani, buttandoli in mischia quando ritiene siano pronti… prendi ad esempio Gianmarco Basso, classe ’99, che ha esordito in prima squadra con la Fezzanese. Il mister ci torchia in settimana (ndr, quattro allenamenti, dalle 15.30 alle 17.30, più la rifinitura al sabato mattina), spronandoci a dare sempre il massimo, senza mollare di un centimetro… Superfluo dire che è preparatissimo. E poi c’è il gruppo, ancora più forte e granitico dello scorso anno… e questo ci consente di stare bene assieme e divertirci, anche mentre stiamo sudando durante gli allenamenti”.

Hai qualche rimpianto o qualche sogno nel cassetto?

“Rimpianti zero… di nessun tipo… Quanto al sogno… si… mi piacerebbe, almeno per una stagione, giocare nei professionisti”.

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