Savona. Sono state le nuove tariffe delle mense scolastiche della città l’argomento più discusso (almeno dal punto di vista della minoranza) del consiglio comunale in corso oggi pomeriggio a Palazzo Sisto a Savona.
Tutti i gruppi di minoranza, infatti, hanno presentato alla maggioranza del sindaco Ilaria Caprioglio un’interrogazione per conoscere i dettagli del piano di ricalcolo e revisione delle tariffe messo in atto dalla nuova amministrazione di centro-destra. Il Pd ha presentato un’interpellanza per chiedere “Chiarimenti su tariffe e modalità del servizio mensa”. E anche il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione sul “Servizio di ristorazione scolastica” per avere “chiarimenti in merito alla nuova articolazione delle tariffe”. Infine, Marco Ravera e Daniela Pongiglione hanno presentato un’interpellanza congiunta su “Mense scolastiche” e “aumento delle tariffe e comunicazioni alle famiglie”.
A scatenare le proteste di genitori e “avversari politici”, come noto, è stata la ventilata stangata sui buoni pasto, che secondo qualcuno dal primo gennaio prossimo aumenteranno fino a 6 euro. L’assessore al bilancio Silvano Montaldo ha respinto in più di un’occasione questa ipotesi: secondo l’amministratore si tratta di un equivoco causato dalla confusione tra il reddito e il parametro Isee (che sarà quello su cui verranno calcolate le tariffe per ciascuna famiglia): “Il modello Isee tiene conto, oltre che del reddito, anche di altri parametri come la composizione del nucleo familiare, la quantità di lavoratori, l’affitto o il mutuo da pagare”.
Al di là di questi aspetti, nel rispondere alle interpellanze presentate oggi Montaldo ha ribadito ancora una volta come le nuove tariffe siano tutt’altro che già stabilite e possano essere ulteriormente limate: “Le quote ancora non sono state deliberate. Appena avremo un campione più alto di modelli Isee rispetto a quello attuale (che conta circa 200 modelli, poco significativi rispetto ai duemila e 200 che dovrebbero arrivare) vedremo di calibrare meglio le fasce”.
L’opposizione ha sottolineato il fatto che, ad un mese dall’inizio della scuola, le tariffe non siano state ancora deliberate: “Non è un’anomalia. Le tariffe partono dal primo gennaio 2017, non partono da adesso. Non hanno un effetto retroattivo. All’inizio dell’anno scolastico 2016/2017 si sono applicate le tariffe che erano già in vigore fino al 31 dicembre. Dall’apertura delle scuole dopo le vacanze di Natale ci saranno le nuove tariffe”.
L’amministrazione comunale ha sempre sostenuto che grazie alle fasce i redditi più bassi saranno sostenuti in quanto sarà possibile fare una divisione più equa, ma chi non usufruirà del servizio mensa tutti i giorni alla fine potrebbe non presentare la dichiarazione Isee (che comporta la presentazione di un certo numero di documenti) e pagherà l’aliquota più alta tout-court: “Quella è una scelta. Porto l’esempio di una famiglia con due bambini che da dichiarazione dei redditi ha un reddito di 22 mila euro: questa pagherà 2.50 euro e non 4.40 come ora. Non presentare il modello Isee è una scelta e chi la farà pagherà 6 euro anziché 4.40 euro”.
Viste le difficoltà del bilancio savonese, è lecito domandarsi se “scontare” le tariffe sulla mensa scolastica non comporti qualche contraccolpo alle casse comunali: “Non si tratta di un autogol – smentisce Montaldo – Chi è benestante oggi paga come chi ha 6 mila euro di Isee. La fascia che bisogna andare a prendere è quella che è oltre i 6 mila euro di Isee”.
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