Savona. “Renzi ritiene che la riforma costituzionale sia un salto nel futuro. Per noi, invece, è una frana nel passato”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sintetizza il pensiero suo e dell’intero centro-destra circa i contenuti della riforma messa in atto dal governo e sulla quale gli italiani saranno chiamati ad esprimere il loro pensiero attraverso il referendum in programma il prossimo 4 dicembre.
Proprio in vista della consultazione che si terrà tra poco più di un mese, il centro-destra ligure (con in testa gli amministratori regionali) ha promosso in tutta la regione un tour per sostenere le ragioni del no. Questa mattina il governatore Toti, il suo vice Sonia Viale, l’assessore regionale Stefano Mai ed il capogruppo di Forza Italia Angelo Vaccarezza (che faranno da padroni di casa) e gli assessori Giacomo Giampedrone, Marco Scajola, Edoardo Rixi, Ilaria Cavo e Gianni Berrino, l’europarlamentare Alberto Cirio e il deputato Giancarlo Giorgetti erano alla sala numero 4 del Cinema Diana di Savona, gremita in ogni ordine di posto.
Ad accogliere Toti e gli altri esponenti del governo regionale c’era in prima fila il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, che dopo aver dedicato un pensiero ai territori del centro Italia colpiti dallo spaventoso sisma di questa notte, ha lasciato la parola agli esponenti della giunta regionale.
“Questo di Savona – ha spiegato Toti – è uno dei tanti incontri che stiamo facendo in Liguria. La campagna del no è arrivata nella città della Torretta dopo aver fatto tappa a La Spezia e Sanremo. Chiuderemo nei prossimi giorni, ovviamente a Genova. Ma sono tantissime le iniziative realizzate sul territorio per dire una no ad una riforma che Renzi spaccia come un salto nel futuro e noi invece riteniamo sia una frana nel passato”.
Per Toti ed i suoi colleghi della coalizione di centro-destra, le proposte di Renzi e del suo esecutivo rappresentano un passo indietro: “La riforma costituzionale allontana ogni potere di decisione dalle imprese, dai cittadini e dalle comunità locali per riportare tutto a Roma, dove i cittadini conteranno sempre di meno. C’è un filo conduttore nelle riforme del governo Renzi: l’abolizione della volontà dei cittadini di esprimere il loro parere. Abolito il voto per le Province, oggi si vuole abolire il voto per il senato. Ancora prima si era abolito il voto per Palazzo Chigi, visto che questo è il terzo governo non eletto dai cittadini”.
Per Toti “ci sono molte ragioni per votare no. La prima è per evitare che entri in vigore una riforma che riporta l’Italia agli anni passati del centralismo romano e limita la possibilità dei cittadini di scegliere, con il proprio voto, da chi essere governati. La seconda è per dare un segnale netto ad un governo che sta sbagliando le proprie politiche economiche, di sicurezza, estera e di immigrazione”.
Insomma, “con un solo voto negativo i cittadini possono dare la loro opinione su tutto quanto sta facendo questo governo. Ritengo che molti cittadini italiani abbiano capito che le riforme di Renzi sono una cortina fumogena per mascherare una fallimentare politica di Governo”.