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La parola ad Edoardo Rovere, il golden boy del Pietra Ligurerisultati

Esterno alto, classe '97, si sta dimostrando un elemento di cui nessun allenatore può farne a meno, sia per la bravura tecnico/tattica nell’interpretazione del ruolo, sia per la generosità messa in ogni gara al servizio della squadra

edoardo rovere

Pietra Ligure.  Il compito dell’ala (o dell’esterno alto, come si dice oggi, nel linguaggio moderno) si è dovuto adattare all’evoluzione del gioco del calcio a partire dal ventennio 1970/90, prendendo spunto dalla rivoluzione “orange”, gli olandesi cappelloni, capitanati dal compianto Johan Cruyff, gli inventari del gioco a zona.

Qualcuno ha provato sopprimerla… ma l’ala riemerge, si trasforma, si adatta… diventando vieppiù indispensabile.

Nel Pietra Ligure, gioca Edoardo Rovere, esterno alto, classe ’97, che si sta dimostrando un elemento di cui nessun allenatore può farne a meno, sia per la bravura tecnico/tattica nell’interpretazione del ruolo, sia per la generosità messa in ogni gara al servizio della squadra.

Dopo quattro giornate siete primi in classifica, ve lo aspettavate?

“Sinceramente, non speravamo tanto. Di certo non era un obiettivo primario, ma ci siamo allenati bene, durante il periodo preparatorio e siamo partiti con il piede giusto, con tanta voglia di fare bene. C’è entusiasmo, ma allo stesso tempo i piedi sono ben saldi a terra, per evitare voli pindarici, che non ci appartengono. L’ambiente è sano, il gruppo è fantastico, al punto che ci frequentiamo anche fuori dal rettangolo di gioco. Molti di noi sono giovani, ma ci sono anche elementi di esperienza, come Alberico, Galleano, Garassino e Puddu, che ci aiutano nella crescita”.

Essendo tu di Pietra Ligure, penso che la soddisfazione per un inizio così importante sia maggiore?

“Certo! E’ un fatto che mi riempie di orgoglio. Ho iniziato a sgambettare sui campi di calcio proprio con la squadra del mio paese, per poi passare tra le fila del Savona”.

Nel 4-4-2, modulo con cui giocate, sei un esterno alto, con propensione al goal, a oggi due… quale è il segreto?

“Nel Savona ho avuto dei mister che mi hanno insegnato ad inserirmi e a fare i necessari movimenti senza palla e questo mi è di aiuto”.

Lo scorso anno eravate una corazzata, mentre questo campionato siete partiti a fari spenti, riuscendo però, al momento, a migliorare il rendimento… in che modo?

“La finale dei play off è una gara secca, che non perdona chi sbaglia e purtroppo a noi è successo. Tuttavia è stata un’esperienza importante, ricca per me di ricordi anche piacevoli. Con alcuni giocatori, come Cocito e Praino (ndr, passati alla Cairese) ci sentiamo spesso e personalmente non vedo l’ora di incontrarli, tra due domeniche, quando scenderanno al “De Vincenzi”.

Non abbiamo ancora parlato di mister Pisano…

“L’impatto con il neo allenatore, con le sue idee di gioco è stato ottimo; ci fa lavorare sodo e pretende il massimo in ogni seduta di allenamento… il mio giudizio è senz’altro positivo”.

Ritornando a parlare di obiettivi stagionali, si dice che l’appetito viene mangiando, o no?

“La domanda è insidiosa, ma la risposta non può che essere ovvia: dobbiamo cercare di dare il massimo, con molta umiltà e voglia di crescere. Penso comunque che i play off siano un obiettivo raggiungibile… intanto domenica giocheremo in casa della Veloce, poi avremo la Cairese, il Ceriale in trasferta e il Taggia in casa… ebbene, al termine di questo ciclo di gare, capiremo dove potremo arrivare”.

Determinato e con le idee chiare di un veterano… eppure Edoardo ha solo 19 anni…

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