Savona. Non sono passate inosservate le dichiarazioni del presidente di Ata Sara Vaggi, che con un post pubblicato ieri sulla propria pagina di Facebook ha risposto ai continui attacchi giunti negli ultimi mesi e diventati ancora più frequenti negli ultimi giorni. Da tempo, infatti, è in corso una partita per “silurarla” anche dalla poltrona della partecipata, dopo che già a inizio anno è stata estromessa dall’establishment della Cooperativa Il Faggio. Già in campagna elettorale il vicesindaco Massimo Arecco non ha mai fatto mistero di voler fare piazza pulita dei vertici di Ata: e in cima alla lista degli “imputati”, fin da subito, ha messo Vaggi ed il direttore dell’azienda Luca Pesce.
Ieri Vaggi ha scritto: “Per tutti gli amici di Ata e non solo: purtroppo quando sei un amministratore pubblico che si occupa di ‘rumenta’ e provi a fare pulizia, licenziando fannulloni, ladri, truffatori… con annessi e relativi procedimenti civili e penali… senza temere iscrizioni sindacali e tessere politiche… ti viene il dubbio che provino a fartela pagare”.
Secondo i legali incaricati di Fit-Cisl Alessandro Ferraro e Giuliano Pennisi, le dichiarazioni di Vaggi non sarebbero casuali, ma farebbero riferimento a persone ben precise: “Non essendo a noi noti procedimenti civili e penali relativi a licenziamenti di lavoratori iscritti a sindacato diversi da quelli che in oggi sono in corso relativi ai nostri assistiti Dario Lavagna e Luigi Cavaliere – dicono i due avvocati – riteniamo che i casi siano a questo punto due. O la presidente Vaggi si sta riferendo ad altri soggetti da noi non conosciuti e non assistiti (e quindi vorrà farne i nomi), oppure se si sta riferendo ai nostri rappresentati dovrà chiarirlo e risponderne nelle competenti sedi. Sul punto attendiamo un urgente chiarimento da parte di Ata”.
“Ricordiamo a tutti che i nostri assistiti stanno facendo valere le proprie legittime ragioni nelle competenti sedi giudiziali: in particolare, per quanto riguarda l’ex dipendente Luigi Cavaliere è stata proposta opposizione all’ordinanza resa al termine della fase sommaria e, ad oggi, è pendente nanti il tribunale di Savona il procedimento di merito afferente il reclamo proposto dal ricorrente medesimo a cognizione piena, mentre per quanto riguarda l’ex dipendente Dario Lavagna ad oggi non è ancora stata emessa alcuna pronuncia, neppure relativamente alla fase sommaria. Onde per cui, non solo in sede civile ma neppure in sede penale, ad oggi esiste alcun provvedimento che può essere considerato ‘sentenza definitiva ed inappellabile'”.
“I signori Cavaliere Luigi e Lavagna Dario sono certi che all’esito dei processi verrà riconosciuta sicuramente la legittimità del proprio operato”, concludono Alessandro Ferraro e Giuliano Pennisi.