Cairo Montenotte. Ha alle spalle cinque anni nel nucleo operativo della compagnia di Augusta (in provincia di Siracusa) e otto nel nucleo operativo ecologico di Catania il nuovo comandante della compagnia dei carabinieri di Cairo Montenotte, il capitano Daniele Quattrocchi.
Quarantunenne, sposato e con tre figli, Quattrocchi ha preso il posto dell’ex comandante Luca Baldi, trasferitosi presso l’ufficio personale della Legione “Liguria” di Genova. L’impatto del nuovo capitano con la realtà valbormidese è stato molto positivo: “La Valbormida e la Sicilia sono due realtà diverse – spiega – I ritmi non sono quelli della terra da cui provengo, ma questo ovviamente non pregiudica il livello di impegno che daremo a questa bellissima zona d’Italia. Credo che potremo lavorare bene e fare tanto per dare serenità vive in questa regione”.
Come nel resto della provincia anche in Valle il tema della sicurezza è assai sentito: truffe, raggiri ai danni degli anziani, furti e “reati predatori” di diverso genere purtroppo non hanno una patria ma sono comuni a tantissime zone d’Italia. Il nuovo comandante non fa promesse circa gli obiettivi da raggiungere ma garantisce il massimo impegno: “E’ difficile fare promesse in un campo in cui non sempre si possono raggiungere gli obiettivi che si è prefissati – dice – Di certo, lavoreremo con il massimo impegno e daremo la massima proiezione esterna per garantire quanta più presenza possibile sul territorio”.
“Contrastare i reati predatori è sempre difficile – ammette Quattrocchi – Così come noi siamo in pattugliamento e notiamo quello che succede all’esterno, anche chi vuole commettere reati tiene d’occhio le forze dell’ordine, come si muovono e ciò che fanno. In questo contesto essere presenti sulle strade aiuta a scoraggiare chi vuole commettere determinati reati in un determinato territorio. Maggiore è la presenza esterna e maggiori saranno la difficoltà che creeremo a chi vuole commettere reati pensando di restare impunito. Ciò che vogliamo è garantire il massimo supporto esterno, far vedere la presenza dei carabinieri, che sono sempre più importanti, e far capire a tutti che i carabinieri sono per i cittadini”.
Che devono “dare una mano” alle forze dell’ordine: “Grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine e popolazione è possibile raggiungere quell’elevato livello di prevenzione che consente di ridurre al minimo i reati, specie quelli più spregevoli nei confronti delle categorie più indifese”.
“Se ho riscontrato ’emergenze’ particolari? I parametri che ho non mi consentono ancora di fare una valutazione del genere – prosegue Quattrocchi – Il fenomeno, però, c’è ed è sentito. Chi ha lavorato in determinati contesti può ritenere che una certa soglia sia bassa, mentre chi vive in una realtà come quella cairese o valbormidese può ritenere che la stessa soglia sia alta. Bisogna fare di tutto per far sì che la popolazione abbia una chiara percezione di sicurezza e legalità”.
I reati non hanno né colore né fede religiosa: “Come in tutte le famiglie, c’è chi ha un comportamento corretto e chi no. Non mi sento di colpevolizzare o legare determinati fenomeni alla presenza sul territorio di persone provenienti da altre realtà. Come ci sono soggetti avvezzi a delinquere tra gli italiani, sicuramente ci sono anche tra gli appartenenti ad altre popolazioni. Non ci sarà alcun atteggiamento diverso rispetto a questo: per i reati bisogna pagare al di là del colore della pelle, del credo religioso e di qualsiasi altra differenza”.