Liguria. “Le posizioni del deputato Tiziano Arlotti (Pd) di pochi giorni fa hanno confermato che il Governo non intende arretrare la sua posizione sulle evidenze pubbliche”. Così Bettina Bolla dell’associazione Donnedamare sulla direttiva Bolkestein e la lunga querelle che sta riguardando la categoria dei balneari.
“Il Governo, inoltre, tramite i suoi rappresentanti – scrive Bettina Bolla, presidente di Donnedamare – afferma che non saranno aste o gare al rialzo, bensì procedure comparative con il criterio della professionalità e che verrà riconosciuto il valore commerciale, che permetterà sin da subito agli imprenditori balneari di tornare a investire nel caso in cui perda la sua concessione”.
“Ci chiediamo – continua Bolla – come il Governo non tenga conto delle posizioni dell’UE, emerse con chiarezza nel corso di un vertice tra la direttrice generale della commissione europea alla crescita Lowri Evans e il sottosegretario italiano agli affari europei Sandro Gozi. Posizioni inequivocabilmente contrarie ad ogni forma di riconoscimento del valore commerciale, niente paletti a favore degli attuali concessionari, vietata qualsiasi ulteriore proroga alle concessioni in essere. Tutti, secondo la Commissione vantaggi indebiti, fatti ad arte per tutelare la situazione esistente sugli stabilimenti balneari italiani anziché aprire alla concorrenza”.
“Il rischio concreto – avverte Bolla – è che una volta accettate le evidenze pubbliche con i paletti, l’Unione Europea intervenga per toglierli, lasciando le sole evidenze pubbliche”.
“C’è però un’ultima grande possibilità: si terrà Venerdì 14 ottobre a Rimini nello spazio incontri di Mondo Balneare un convegno dal titolo “Petizioni: L’ultima Spiaggia? La riunione, voluta da alcuni balneari che hanno da poco presentato le petizioni alla Commissione Europea, ha come relatori l’Avvocato Ettore Nesi, il prof Piero Bellandi, Marco Deluca e Gabriele Boldrini, quest’ultimi di ritorno da Bruxelles dove hanno rappresentato le denunce di settanta balneari.
“Obiettivo della riunione – spiegano Deluca e Boldrini – è quello di spiegare il meccanismo delle petizioni ai balneari in modo tale che aumenti il numero delle petizioni presentate (Finora circa 140) per far sì che il Governo tuteli veramente le 30.000 imprese italiane, che rappresentano un settore strategico per il turismo, come stanno facendo gli altri Paesi europei”.