Savona. Due anni di reclusione con la sospensione condizionale per peculato, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato. E’ la pena patteggiata questa mattina dall’ex maresciallo e comandante della stazione dei carabinieri di Albisola Salvatore Martinez.
Martinez, che nel frattempo è stato riformato dal servizio per motivi di salute, era stato rinviato a giudizio lo scorso aprile e questa mattina, davanti al Collegio del tribunale, ha scelto di patteggiare (gli sono state concesse le attenuanti generiche visto che ha risarcito il danno).
Secondo le contestazioni mosse dalla Procura (l’indagine era stata coordinata dal sostituto procuratore Daniela Pischetola), erano tre gli episodi di peculato dei quali l’ex comandante dei carabinieri albisolesi si era reso responsabile. In primis aveva allacciato abusivamente le utenze domestiche di acqua e luce del suo alloggio di servizio ai contatori della caserma (un escamotage grazie al quale consumi per 1630 euro di corrente elettrica e per 147 euro di acqua erano stati fatturati all’Arma). Una irregolarità che era stata scoperta quasi per caso, dopo che in caserma si verificano continui blackout.
L’accusa di peculato poi era stata estesa anche al possesso di un computer portatile utilizzato dal comandante e dalla sua famiglia. Il pc infatti era un “corpo di reato” visto che era stato sequestrato ad una prostituta durante un’indagine.
Infine, secondo l’accusa, il maresciallo avrebbe commesso una serie di falsi in relazione alla compilazione delle dichiarazioni dei consumi della caserma inviati al Comando Provinciale, ma anche di alcuni documenti relativi alle sue presenze al lavoro. In particolare non avrebbe indicato di aver beneficiato di tre giorni di licenza in una dichiarazione inviata al Comando Compagnia di Savona certificando in maniera errata le ferie godute.
Per quanto riguarda l’accusa di truffa nel mirino degli inquirenti era finito il pagamento di due festivi che Martinez si sarebbe fatto retribuire anche se in quei giorni risultava in congedo.
Nei confronti dell’ex maresciallo resta in piedi un procedimento per l’accusa di diserzione (perché sarebbe stato assente dal lavoro per sei giorni consecutivi senza l’autorizzazione) che sarà celebrato a gennaio davanti al giudice Francesco Giannone. Una vicenda per la quale i legali (gli avvocati Tagliero e Romano) del militare riformato hanno chiesto un rito abbreviato subordinato all’audizione di alcuni testimoni.