Traguardo

Albenga, boom di iscrizioni alla Redemptoris Mater: 411 alunni tra primarie, medie e liceo

La crescita del Centro Scolastico Diocesano ingauno in un'intervista su Avvenire

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Albenga. Un investimento sull’educazione cristiana delle nuove generazioni, certamente impegnativo sotto il profilo economico ma apprezzato da tantissime famiglie se si pensa che è iniziata da circa un mese la scuola e il Centro Scolastico Diocesano registra il traguardo di ben 411 alunni iscritti: 197 nella primaria, 116 nella media, 98 nel liceo. Con un bacino di provenienza degli studenti che si estende da Finale ad Imperia, fino ad arrivare al primo entroterra, e, nel comprensorio ingauno, alla valle Arroscia.

Gli alunni non residenti ad Albenga sono un 36.5% nella scuola primaria, 50.8% nella scuola media, 71.4% nel Liceo. “Dati importanti, indice del desiderio delle famiglie e degli alunni di superare l’impegno di un viaggio quotidiano pur di frequentare il nostro istituto” spiega, oggi sull’Avvenire, in un’intervista a firma di Eraldo Ciangherotti, il dirigente scolastico Professore Giorgio Airaudi che fa il punto della situazione.

Oltre 400 alunni: quale è la ricetta di questa scuola, Direttore, per avere così tanti iscritti?

La scuola è luogo di accoglienza e di incontro. La sua qualità si esprime nella efficacia della relazione. Senza una qualificata relazione tra insegnante e allievo, l’azione formativa si esaurisce. Prima di accogliere uno studente accogliamo una persona. Puntualità, rispetto, apertura al dialogo, correttezza di linguaggio, sobrietà e semplicità nei modi di porsi, spirito di collaborazione, attenzione ai bisogni degli altri, motivazione all’impegno, etica della responsabilità, sono gli ingredienti per un ambiente favorevole a generare formazione sui valori umani e culturali.

Perché una famiglia sceglie la scuola cattolica?

All’atto dell’iscrizione, le famiglie prendono visione delle linee generali del nostro progetto: la formazione integrale della persona. Noi coltiviamo nei nostri giovani sia la dimensione culturale, sia la dimensione spirituale. Ecco la qualità di una scuola di ispirazione cristiana e la maggioranza delle famiglie la sceglie per questo. Per altri la scelta è motivata da serietà degli studi proposti, caratteristiche del curricolo, buona organizzazione del servizio, ricchezza dell’offerta formativa, presenza di un supporto nell’attività di studio pomeridiano e nelle fasi di recupero, azione svolta a sostegno della limitazione dell’insuccesso scolastico. Nel tempo si coglie il senso di rafforzamento della motivazione della scelta fatta sia negli alunni, sia nei genitori.

Quali agevolazioni per la famiglia sulla retta scolastica?

Il primo passo a vantaggio delle famiglie lo fa la direzione del Centro Scolastico Diocesano, tenendo bassi i livelli della retta scolastica, ridotti al 36% del costo medio di uno studente di scuola statale. Inoltre, le famiglie possono accedere ad un buono scuola regionale che oscilla, in base al reddito, tra 600 e 1300 euro annui.

Le famiglie dei figli iscritti a scuola paritaria sono penalizzate, pagano la retta e con le proprie tasse pagano pure le scuole statali. Cosa servirebbe per un più equo sistema scolastico?

Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalla scuole statali e dalle scuole paritarie; ad esse è riconosciuto il ruolo di servizio pubblico (Legge di parità n.62/2000). Ogni famiglia può scegliere la scuola cui affidare i propri figli a parità di percorsi didattici e di condizioni economiche e lo Stato dovrebbe essere disposto ad investire le risorse per l’istruzione in egual misura per ogni studente del sistema nazionale. Ma così non è. Infatti, il costo medio complessivo per l’istruzione di un alunno di scuola statale dalla prima elementare alla quinta liceo (ben 13 anni scolastici) è 100 mila euro (40 mila nella primaria, 24 mila nella media, 36 mila nel liceo). Dato che sorprende: portare al diploma uno studente italiano costa alla collettività 100 mila euro. Lo stesso percorso scolastico si realizza al Centro Scolastico Diocesano con un costo di 36 mila euro. Se lo Stato decidesse di metter a disposizione delle famiglie questo costo per le rette avrebbe sempre un risparmio del 64% della spesa pro capite per l’istruzione. Ma il ritorno di investimento più significativo, a mio modo di vedere, non sarebbe di tipo economico ma di equità sociale: ogni persona godrebbe della libertà di scegliere il percorso di formazione dei propri figli in condizioni di parità e gratuità del servizio. Oggi, invece, sui 36 mila euro citati, il contributo statale non raggiunge i 4 mila euro.

Il nuovo polo scolastico ha dato la svolta nel vostro progetto educativo?

Non una svolta, ma un efficace impulso. Il nostro progetto educativo ha oltre 40 anni di storia. Il nuovo polo scolastico ha permesso di coordinare in modo più funzionale tutte le attività, potendo, ora, utilizzare aule tecnologicamente all’avanguardia, complete dotazioni informatiche e linguistiche, sale studio, palestra, auditorium, sala mensa, spazi ricreativi. Attualmente siamo in grado di ospitare meglio gli eventi culturali, i seminari scientifici, le conferenze, che, con i corsi musicali del conservatorio di Nizza e gli esami di certificazione linguistica del Trinity e Cambridge di Londra, ampliano le attività di formazione dell’istituto. Sono numerosi gli ex allievi, nostri diplomati, che hanno saputo mettere a frutto la qualità del loro percorso di istruzione e formazione presso il centro scolastico. Alcuni ricoprono ruoli di alta responsabilità e competenza in settori della ricerca scientifica, tecnologica ed economica negli Stati Uniti, in Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna e Germania; altri svolgono qualificate professioni in ambito medico, giuridico, commerciale, di progettazione, di istruzione e dei servizi alla persona; altri, ancora, realizzano il proprio progetto di vita dedicandosi alla famiglia e all’educazione dei figli. E’ una grande gioia constatare che, pur se con strade diverse, tutti presentano tratti distintivi comuni della loro personalità ereditati dal percorso scolastico.

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