La protesta

Tensione alle stelle alla centrale, Tirreno Power minaccia i turnisti: “Se non entrate, vi denunciamo” fotogallery

Sulla rotonda è comparso un "girotondo di fantasmi" per protestare contro l'apertura della procedura di mobilità per 186 persone

Tirreno Power, "girotondo di fantasmi" davanti ai cancelli

Vado Ligure. “Il direttore di centrale ha minacciato i lavoratori di denunciarli se non entravano in centrale”. Così Tino Amatiello della segreteria Filtcem Cgil evidenzia quanto sia alto il livello di tensione raggiunto con Tirreno Power che secondo lui “sta dimostrando incapacità di relazionarsi coi dipendenti”.

Questa mattina, in effetti, davanti ai cancelli della centrale di Vado Ligure è andata in scena una nuova protesta contro gli esuberi annunciati dall’azienda: i lavoratori hanno piazzato l’ormai celebre maxi-striscione, quello che ha accompagnato le ultime proteste, davanti al viale di accesso alla Tirreno Power bloccando, di fatto, l’entrata. Così i turnisti che dovevano entrare in centrale si sono trovati la via sbarrata tanto che erano già stati allertati i carabinieri. Alla fine, poco prima delle 9, i lavoratori sono entrati senza bisgono dell’intervento delle forze dell’ordine.

I manifestanti hanno poi attivato un presidio davanti all’ingresso della centrale seduti davanti allo striscione. La protesta è proseguita fino alle 10,15 quando, dopo un’assemblea “volante”, la Rsu e i lavoratori hanno deciso di far entrare in centrale chi era in turno. “L’azienda ha minacciato chi non fosse entrato al lavoro di denuncia e quindi i turnisti delle 7 sono dovuti entrare. Riteniamo che sia una forzatura importante da parte dell’azienda. Noi abbiamo consigliato agli altri dipendenti rimasti fuori finora di entrare per non rischiare provvedimenti in questo momento, quando abbiamo davanti ancora 75 giorni di lotta. Oggi rimarrà lo striscione e rimarranno qui finché avranno la pazienza di restare i lavoratori in solidarietà e in ferie. Crediamo di aver raggiunto l’obiettivo della mattinata, la direzione ha preso una posizione precisa quindi ora ci sembra inopportuno far rischiare chi deve entrare e timbrare” ha spiegato Innocente Civelli della segreteria Filctem Cgil.

Le immagini della diretta video di questa mattina (terza parte):

Vicino ai manifestanti, sulla rotonda, questa mattina ha fatto la sua comparsa anche un singolare “girotondo” di tute da lavoro, a raffigurare le sagome dei lavoratori alla stregua di “fantasmi”.

tirreno power

“Oggi più che mai quelle tute appese rappresentano i lavoratori di Tirreno Power colpiti da 114 esuberi. La questione è veramente preoccupante: l’azienda sta dimostrando incapacità di relazionarsi. Dico solo che questa mattina il direttore di centrale ha minacciato i lavoratori di turno che non erano entrati di denunciarli. Manca un piano industriale che possa garantire un futuro ai lavoratori” ha detto Tino Amatiello della Filctem Cgil.

“L’azienda dimostra menefreghismo assoluto nei confronti del territorio che per anni ha sfruttato. Se è vero che la Regione non ha ancora erogato i soldi per la cassa in deroga forse sarebbe il caso di bloccarli per non farli arrivare all’azienda che deve essere sensibilizzata per dare un monito sul fatto che i lavoratori sono esasperati” ha concluso Amatiello.

“Qui nel territorio savonese la situazione è drammatica e anche le iniziative che si stanno mettendo in campo sono il minimo. Oggi i lavoratori di Tirreno Power hanno fatto un presidio davanti ai cancelli. C’è stata anche un’azione dell’azienda davvero incresciosa: ha minacciato una denuncia per mancata produzione per i turnisti dell’impianto a gas se non fossero entrati al lavoro” ha detto Enrico Denevi, segretario regionale Flaei Cisl.

“Credo che da oggi in poi la situazione diventerà davvero esplosiva. La cosa paradossale è che ora si parla di area crisi e di prolungamento ammortizzatori, noi come settore elettrico potremmo gestire esuberi in modo soft..Se le condizioni non vanno nemmeno in quel senso lì dobbiamo evitare i licenziamenti e siamo pronti a tutto per evitarli. Engie e Sorgenia fanno orecchie da mercante, ma dobbiamo evitare che i lavoratori ci rimettano. Faremo cose eclatanti per dare contro all’immagine di queste società: si devono evitare i licenziamenti, le istituzioni si devono assumere le loro responsabilità” ha concluso Denevi.

Presente al presidio anche Anna Giacobbe, deputato del Pd, che ha attaccato l’azienda: “Stiamo lavorando perché venga riconosciuta la condizione di crisi del territorio e affinché questo permetta di portare nuovo lavoro. E’ stato sbagliato da parte dell’azienda pensare di affrontare la crisi coi licenziamenti. L’azienda deve esercitare il senso di responsabilità che le compete: si è già perso l’indotto e ora non si può permettere che altri lavoratori paghino ancora. C’è ancora speranza per l’industria in provincia, ma deve esserci responsabilità da parte delle singole imprese”.

Duro anche il commento di Giulia Stella, segretario della Cgil: “E’ una vergogna che questa azienda per anni abbia usufruito delle ricchezze prese dal territorio e ora abbandoni i lavoratori. Non è vero che non ci sono altre possibilità rispetto agli esuberi, ma l’azienda non vuole nemmeno provare a seguirle e va avanti come un treno. Questa azienda ha avuto molto dal territorio e ora lascia solo macerie”.

Anche il sindaco di Vado Ligure e presidente della Provincia Monica Giuliano ha presenziato al presidio per sostenere i lavoratori annunciando che convocherà un incontro a palazzo Nervi: “Dobbiamo fare in modo che l’azienda ritiri la procedura di mobilità”.

Presenti per portare la solidarietà del Comune di Savona anche l’assessore Pietro Santi e il consigliere Simona Saccone.

Nel frattempo gli occhi restano puntati sull’incontro al Mise del 22 settembre. Contestualmente le sigle confederali hanno indetto uno sciopero nazionale di settore.

La prima parte della diretta di Ivg.it:

La seconda parte della diretta di Ivg.It:

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