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Savona, studenti delle “Mazzini-Da Vinci” dirottati dalla sede centrale in succursale: genitori in rivolta

"Siamo stati informati quattro giorni prima dell'inizio della scuola a cose fatte e senza possibilità di poter cambiare sezione o istituti"

ipsia mazzini da vinci

Savona. I genitori degli alunni delle sezioni C ed E (indirizzo grafico-pubblicitario) delle scuole Mazzini-Da Vinci di Savona sono sul piede di guerra. A partire da quest’anno, infatti, i loro figli sono stati trasferiti dalla storica sede di via Ambrogio Aonzo in quella staccata di via Oxilia. Questo senza possibilità di appello.

A spiegare il motivo del trasferimento di cinque ragazzi della sezione C e di dieci della sezione E (più una studentessa bocciata alla fine dello scorso anno) sono gli stessi genitori: “Il cambiamento è stato motivato dall’ipotetica chiusura di una classe della sezione del commerciale sito nella succursale e dalla riduzione dell’organico”.

Insomma, venuta meno una classe della sezione commerciale all’interno della “succursale”, la dirigenza scolastica ha proceduto prelevando studenti delle altre classi e creando una nuova classe. Per questo motivo, i ragazzi non faranno più lezione in centro città, così come hanno fatto nei primi due anni del loro percorso scolastico, ma in via Oxilia.

La cosa grave, per i genitori è data dal fatto che “tutto questo è avvenuto a luglio e senza un preavviso. Noi siamo stati informati soltanto quattro giorni prima dell’inizio della scuola, a cose fatte, e senza possibilità di poter cambiare sezione o istituti visto che ormai i tempi per poter agire erano ampiamente scaduti. Gli stessi professori hanno affermato di aver tirato a sorte i nominativi dei ragazzi arrogandosi il diritto di scelta al posto loro”.

A complicare ulteriormente le cose il fatto che alcuni dei ragazzi sono affetti da Dsa, cioè da deficit dell’attenzione: “Molti di loro – spiegano ancora i genitori – sono riusciti a compensare i loro problemi grazie anche alla coesione e alla vicinanza con i compagni di scuola. Dai quali, però, si dovranno ora separare. Certamente questo avrà delle ripercussioni sulla loro vita scolastica. I ragazzi hanno fatto un percorso difficile ma insieme (e aiutandosi l’uno con l’altro) sono riusciti ad arrivare fino alla terza superiore. Ora accade tutto questo. La scuola dovrebbe incentivare i sogni dei ragazzi e non spezzarli ed ora noi ci troviamo figli destabilizzati che non vogliono più continuare a perseguire i loro obbiettivi futuri”.

Per tutti questi motivi i genitori sono furiosi: “Se proprio la dirigenza scolastica doveva procedere in questo modo – osservano ancora – allora avrebbero dovuto dircelo per tempo. In questo modo avremmo potuto decidere se mantenere i nostri figli in quella scuola o cambiare indirizzo o addirittura trasferirli altrove. Invece la comunicazione è arrivata troppo tardi e noi ci siamo trovati con le mani legate”.

In occasione del primo giorno di scuola, i ragazzi “trasferiti” si sono recati ugualmente nella loro vecchia scuola e hanno dato vita ad un vero e proprio sit-in di protesta in corridoio. La scuola ha avvertito i genitori, i quali hanno invitato i loro figli a cessare la manifestazione e ad entrare in aula.

Ad agire per i ragazzi, però, saranno i genitori, che hanno tutta l’intenzione di rivolgersi al dirigente scolastico e di chiedergli di trovare una soluzione: “Le cose non possono restare così – dicono senza mezzi termini – Difficilmente si potranno rimettere le cose a posto. Ma noi vogliamo ugualmente una soluzione che permetta ai nostri figli di ritornare a scuola in serenità”.

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