Degrado e abbandono

Savona, 4 anni fa la presentazione in “pompa magna”: oggi la “villa romana” di Legino è dimenticata tra le erbacce fotogallery

I resti archeologici dovevano diventare un'attrazione e invece oggi sono nascosti da una "foresta" di erbacce e arbusti: il sindaco Caprioglio corre ai ripari e dispone un intervento di pulizia

Savona. Nel settembre del 2012 la presentazione dei resti di una villa romana, databile tra la fine del I secolo avanti Cristo e il III secolo d.C., nel quartiere di Legino era stata salutata con grande entusiasmo dal Comune di Savona e dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria. Oggi, a distanza di quattro anni, quello che era stato presentato come un sito archeologico di grande valore, di fatto, è in stato di abbandono, avvolto da una sorta di “foresta” che sta invadendo anche i giardini ed marciapiedi limitrofi.

Pensare che l’area dello scavo, attualmente delimitata da una recinzione, era anche stata aperta al pubblico in occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2013: una sorta di “prova generale” per quello che doveva diventare un sito di interesse culturale per la città. Invece, nel giro di pochi anni, anziché diventare meta per turisti e studenti, l’area è finita nel dimenticatoio ed è in uno stato decisamente poco decoroso per un “bene culturale”.

Tutto il verde che circonda i resti dei pavimenti a mosaico della villa (tra cui è presente un tappeto musivo ancora conservato in tutta l’estensione originaria) è cresciuto senza controllo e, vista la scarsa manutenzione, le erbacce hanno finito addirittura per invadere il marciapiede dei giardini vicini allo scavo: una scalinata – come si vede nella foto qui sotto – è quasi inutilizzabile perché occupata dagli arbusti. Inoltre non esiste nemmeno un pannello informativo che spieghi cosa si nasconde sotto i teloni che ricoprono l’area.

Savona, lo stato di degrado della

Probabilmente a favorire questa condizione di degrado è anche la posizione “periferica” dello scavo che si trova tra via Ferro e via Pietragrossa, all’interno del complesso residenziale dei Giardini di Legino. Alla luce delle attenzioni che erano state dedicate al sito, ma anche degli investimenti fatti per tutelarlo, conservarlo e valorizzarlo (il 24 settembre 2014 era stato siglato un protocollo d’intesa operativo ad hoc tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria ed il Comune di Savona) vederlo in queste condizioni non può che lasciare l’amaro in bocca.

Per la manutenzione e protezione dello scavo (che oggi è coperto da un tetto oltre che da alcuni teli), tra l’altro, erano stati investiti complessivamente circa 50 mila euro, diecimila da parte del Comune di Savona e 40 mila dalla Fondazione De Mari. Un investimento che, vedendo la “villa romana” oggi, non sembra essere stato sfruttato nel migliore dei modi.

Savona, lo stato di degrado della

Il futuro dei resti archeologici (secondo gli esperti la casa doveva appartenere ad agiati possidenti terrieri ed era utilizzata probabilmente anche per la produzione del vino visto che è stata trovata anche una pressa per l’uva) però potrebbe non continuare all’insegna del degrado e dell’abbandono.

Il sindaco Ilaria Caprioglio, che ha la delega alla cultura, informata sullo stato in cui si trova lo scavo si è attivata: “L’area, che inizialmente era privata, adesso è sotto la Soprintendenza, ma è destinata a diventare comunale. Per questo è stato effettuato un sopralluogo con Ata ed è già stato predisposto un intervento per la pulizia generale”. Un primo passo per riportare l’area almeno ad una condizione di decoro, ma la speranza è che, trattandosi di un bene culturale, possa anche essere valorizzato come meriterebbe.

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